Benvenuto sul Blog del Comitato di Uzzano Greve in Chianti
mail :comitatouzzano@gmail.com

Continua la raccolta di firme online per fermare le varianti di Fazio e AP8 su
http://www.ipetitions.com/petition/SOSChianti/index.html/

domenica 30 marzo 2008

Luci accese in pieno giorno... ennesimo episodio di spreco di soldi e energie su territorio comunale

Sembra essere ormai diventata un abitudine talmente consolidata, che non si contano nemmeno più le segnalazioni fatte dai cittadini al Comune di Greve, per l'ennesimo spreco di illuminazione pubblica. Questa era la situazione a Lamole ieri pomeriggio alle 16... tutti i lampioni del paese erano accesi!!!

venerdì 28 marzo 2008

Chi vuole un passaggio? Primi esperimenti di Car Pool in Chianti verso Firenze

Chi vuole un passaggio? Segnaliamo con piacere l’iniziativa intrapresa da Flavio Meniconi, di conciliare la possibilità di un collegamento tra persone che vivono tra il Chianti e Firenze Sud, organizzando dei viaggi collettivi verso il capoluogo toscano. Comunicando con l’anticipo di un giorno l'orario e la destinazione, e specificando se si cerca o si offre un passaggio, si potrà risparmiare sull'uso dell'auto e non solo. Chi volesse approfondire i dettagli della nuova quanto lodevole iniziativa e sperimentare il tutto direttamente con un passaggio, potrà farlo mettendosi in contatto con Flavio Meniconi per e-mail (flaviomeniconi@libero.it) oppure per telefono (333 5873939).

giovedì 27 marzo 2008

La Mostra Tematica del Circolo Il Gallo Verde di Legambiente di Greve in Chianti

Si informa che la Mostra Tematica sarà ancora aperta da giovedì 27 a domenica 30 marzo dalle 17 alle 19.



Appello della Rete dei Comitati per la difesa del Territorio alle forze politiche che si presentano alle prossime elezioni

LA RETE DEI COMITATI PER LA DIFESA DEL TERRITORIO
SI RIVOLGE ALLE FORZE POLITICHE CHE SI PRESENTANO ALLE PROSSIME CONSULTAZIONI POLITICHE GENERALI PER IL GOVERNO DELL’ITALIA

La Rete dei Comitati per la difesa del territorio, nata in Toscana due anni or sono, ma ormai in fase di diffusione sull’intero territorio nazionale, ha scelto di non partecipare alle prossime consultazioni politiche generali del 13 e 14 aprile prossimi e di non dare indicazioni di voto.
Considera tuttavia tale scadenza come importantissima, forse decisiva, per le questioni dell’ambiente e del territorio italiano; e chiede perciò alle forze politiche che vi si presentano, di pronunciarsi sulle questioni che ora noi sottoponiamo loro.
È fin troppo facile, infatti, constatare che, nei programmi di governo fin qui presentati, e nel confuso dibattito che ne è seguito, i temi riguardanti l’ambiente e il territorio italiani sono stati proiettati a distanze siderali da quelli più intensamente affrontati (qualche forza politica non si prova neanche ad affrontarli).
Al contrario, la posizione della Rete insiste su questa primaria e fondamentale

PREMESSA

L’ambiente (il territorio, il paesaggio, i beni culturali, le condizioni della vita, individuale e associata, in tutte le sue forme) rappresenta, in un paese ricchissimo di eredità di ogni tipo ma al tempo stesso fragile e vulnerabile come l’Italia, il bene primario, il problema primario, l’obiettivo primario: il metro di misura, dunque, da cui far discendere la credibilità e sostenibilità dei programmi considerati nel loro complesso (e non viceversa, come solitamente accade).
Accanto all’ambiente noi porremmo, per motivi che si possono facilmente cogliere, quelli della formazione e della ricerca: temi che meriterebbero un discorso a parte, e su cui intendiamo ritornare, ma che abbiamo voluto semplicemnte evocare perché fosse chiaro il quadro delle relazioni e della complessità, cui facciamo riferimento.

SEGNALI DI CAMBIAMENTO

Prima di entrare nel merito, tuttavia, la Rete sente il bisogno-dovere di salutare l’approvazione del nuovo Codice del Paesaggio, elaborato dalla Commissione coordinata da Salvatore Settis e sostenuto dal Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, come un segnale positivo, che inaugura una strada da difendere e rafforzare. Nonostante alcune mitigazioni, seguite al braccio di ferro tra Ministero e Regioni, tale Codice contiene infatti meccanismi chiari e ineludibili di protezione e controllo del paesaggio italiano, sottraendoli al puro arbitrio comunale, provinciale e regionale. Non è secondario per i comitati affiliati alla Rete rilevare che le battaglie da essi sostenute, dallo scoppio del caso Monticchiello in poi (agosto 2006), sono state alla base del processo che ha portato a tale approvazione. È lecito dubitare che ciò sarebbe accaduto se i Comitati non avessero infuso nuova linfa nel movimento ambientalista italiano.
Allo stesso ordine di fattori va ricondotta l’approvazione di quell’emendamento alla Finanziaria 2008, che stanzia una somma rilevante (15.000.000 di euro per tre anni) al fine di demolire insediamenti particolarmente rovinosi all’interno dei siti UNESCO, quand’anche autorizzati.
È la testimonianza che nulla è veramente irrimediabile e che il nesso movimenti-istituzioni può essere totalmente ricostruito su nuove basi, se la spinta è abbastanza forte per farlo.
Si tratta, ovviamente, solo delle manifestazioni iniziali di un processo, che avrà bisogno, per svilupparsi, di una grande chiarezza ideale e di una somma di energia straordinaria, destinata a svilupparsi per canali inusitati rispetto ala vecchia tradizione politico-partitica.
In questa direzione si muovono i seguenti dieci punti, che sottoponiamo per ora all’attenzione delle forze politiche impegnate nella campagna elettorale, chiedendo che esse si pronuncino sul loro spirito e sui loro obiettivi.

PUNTI DI PROGRAMMA

1. Modernità e sviluppo
Le parole ‘modernità’ e ‘sviluppo’ ricorrono nei programmi elettorali dei partiti e in molte regioni sono il viatico di politiche che riguardano l’utilizzazione del territorio e delle sue risorse.
Non è modernità, tuttavia, proseguire o addirittura incrementare il consumo dei suoli non edificati a fini speculativi; non è sviluppo la costruzione di seconde, terze, quarte case e villaggi turistici che distruggono il paesaggio, la grande casa comune degli italiani; non è né sviluppo né modernità la proliferazione di centri commerciali che incrementano il traffico automobilistico e innescano nuove urbanizzazioni in località periferiche. In sintesi, non crea ricchezza durevole il consumo di risorse territoriali senza un progetto adeguato alle sfide del nostro tempo.
Analogo discorso vale per la costruzione di infrastrutture di trasporto, la produzione di energia, lo smaltimento dei rifiuti. La loro programmazione settoriale, la ricerca di fonti energetiche alternative senza una valutazione del loro impatto sistemico, il ricorso esasperato al project financing che spesso comporta una progettazione economica solo dal punto di vista del gestore, sono operazioni che denunciano una grave carenza di una reale modernità che deve essere praticata con approccio olistico, partecipato e tecnologicamente avanzato.
La Rete dei Comitati propone che tutti i consumi di risorse territoriali, ambientali e paesaggistiche che esulano dalla soddisfazione di bisogni sociali (giovani, immigrati, fasce più povere della popolazione) siano subordinati al riutilizzo e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti, a progetti di sviluppo basati sulla ricerca, la formazione, la produzione di servizi, le tecnologie risparmiatrici di energia.
2. Dimensione statutaria del paesaggio
La riforma del titolo V della Costituzione è stata interpretata da molte Regioni, la Toscana in testa, come una patente di autonomia dei Comuni, rispetto a qualsiasi direttiva o prescrizione sovraordinata. La tutela del paesaggio è invece un processo che riguarda tutti i livelli istituzionali e, secondo la Convenzione europea del paesaggio, deve vedere come protagoniste le popolazioni: non solo quelle che ‘abitano là’, ma quelle che sentono legami di appartenenza con quel luogo e quel paesaggio, ciò che a volte vuole dire l’intera umanità. L’idea che a decidere siano unicamente residenti del posto e gli interessi economici più immediati, spesso male interpretati, è aberrante e tuttavia viene spacciata come ‘partecipazione’.
Il Piano di Indirizzo territoriale della Regione Toscana è esemplare a questo proposito, dissolvendo la disciplina paesaggistica in quella territoriale e riducendo il ruolo di Regione e Province a quello di fornire raccomandazioni e indirizzi che possono essere tranquillamente non rispettati dai Comuni cui fanno capo tutte le verifiche di conformità.
La Rete dei Comitati propone che la disciplina di tutela del paesaggio – definita come Pianificazione paesaggistica – sia distinta dalla pianificazione territoriale, anche se a questa organicamente collegata. La tutela del paesaggio deve essere sottratta alla variabilità del piano ed assumere un carattere statutario, di natura costituzionale. Lo statuto del paesaggio, articolato in vari livelli, deve cioè essere considerato un’invariante cioè non modificabile se non mediante procedure particolari in cui sia centrale la partecipazione dei cittadini.
3. Cementificazione del territorio e consumo di suolo
Ad una fase di espansione edilizia che riguardava soprattutto i principali centri urbani ed era giustificata come risposta al bisogno primario di case, è seguita una fase in cui lo sviluppo delle città si è progressivamente scollegato dalle necessità abitative.
All’ulteriore urbanizzazione dei centri urbani si è aggiunto un altrettanto diffuso attacco al territorio rurale, fino a tempi relativamente recenti risparmiato, perché considerato non appetibile, ed ora oggetto di interesse da parte di operatori italiani e stranieri e di capitale altamente speculativo (spesso di dubbia origine), attratto proprio dal pregio del paesaggio e dalla sua attuale “spendibilità”.
L’imprenditoria privata è oggi in grado anche nelle Regioni amministrate dai partiti di sinistra, di imporre scelte urbanistiche ambientalmente distruttive e operare una gestione privata del territorio attraverso offerte alle amministrazioni locali che quando non conniventi hanno una ridotta capacità di resistenza a causa del cronico disavanzo finanziario in cui versa l’intero settore degli enti locali.
La Rete dei Comitati chiede, oltre a quanto già esposto – e cioè che dietro ad ogni consumo di suolo vi sia un progetto di reale modernizzazione – di tagliare il cortocircuito perverso per cui i Comuni sopperiscono alle esigenze di bilancio attraverso gli oneri, di costruzione di urbanizzazione, ritornando a quanto era previsto dalla legge 10 del 1977 (la legge Bucalossi).
4. Grandi opere e infrastrutture
Grandi opere e grandi infrastrutture, come le linee dell’alta velocità, i raddoppi e le varianti autostradali, il ponte sullo stretto di Messina, non sono automaticamente opere che concorrono a modernizzare il Paese e a promuoverne lo sviluppo, dipendendo quest’ultimo dalla qualità delle opere stesse e dal loro inserimento in una programmazione complessiva. L’Italia abbonda di infrastrutture e attrezzature non finite o che si sono rivelate inadeguate rispetto ai loro scopi o addirittura controproducenti.
Dietro alle spinte alla realizzazione di qualsiasi opera e al rifiuto pregiudiziale di ogni voce critica stanno spesso gli interessi economici di grandi imprese talvolta colluse con settori della politica e dell’amministrazione. La vicenda dell’Autostrada tirrenica, dove la Regione Toscana rifiuta pervicacemente di prendere in considerazione l’ipotesi di adeguamento e messa in sicurezza in sede della statale Aurelia (soluzione da lei stessa approvata nel 2000 e già sottoposta con parere favorevole a VIA) è esemplare a questo proposito.
La Rete dei Comitati chiede una profonda revisione della Legge 443 del 2001 (la legge Obiettivo) e del delegato Decreto Legislativo 190 del 2002. Ciò significa, fra l’altro, reintrodurre la possibilità di opzione zero, ora vanificata dal fatto che il soggetto aggiudicatore, oltre che del progetto preliminare è anche autore dello studio di impatto ambientale, mentre la VIA viene effettuata solo sul progetto definitivo. Significa, inoltre, che le procedure della VIA devono reintrodurre la possibilità di un’effettiva partecipazione dei soggetti interessati, secondo quanto disposto dalla Direttiva 337/1985 del Consiglio della Comunità europea.

5. Politiche energetiche
Urge la redazione di un serio e coerente “piano energetico nazionale”, che preveda programmi di risparmio di efficienza dell’energia e la promozione diffusa delle fonti energetiche rinnovabili (solare, eolico, ecc.), purché la loro realizzazione sia ecocompatibile sul piano ambientale e paesaggistico.
È evidente che occorre uscire dall’era del petrolio e degli altri combustibili fossili, senza per questo ricadere nel pantano, ideologico e pratico, del nucleare. Il metano come combustibile di transizione è accettabile, ma con la garanzia che sia utilizzato in quota percentuale tale da garantire il rispetto dei parametri fissati da Kyoto sull’“effetto serra”. Sono invece incompatibili i “rigassificatori di gas liquido”, perché sono impianti ad alto rischio per l’ambiente e le popolazioni.
Analoghe considerazione andrebbero fatte a proposito della “geotermia”. Ci sono intere zone del paese (per esempio, in Toscana, il Monte Amiata, ma altri casi si potrebbero citare) devastate da un uso improprio, altamente speculativo, delle risorse geotermiche.
Su tutto questo presto bisognerà ritornare. Come nelle proposte di trivellazioni di territori d’alto valore ambientale (Val di Noto, Val d’Orcia), che, dopo un primo momento di arretramento, sembrano tornare alla carica, spesso con l’avallo delle Regioni interessate.
Nell’immediato, la Rete dei Comitati chiede urgentemente che le Regioni rendano obbligatoria la procedura di VIA per tutti gli impianti di produzione di energia alternativa di dimensioni tali da alterare in modo sensibile la qualità del paesaggio e in particolare per i parchi eolici, proprio a causa del loro impatto paesaggistico.
In particolare, per potere meglio definire e approvare un Piano Energetico Regionale, in Toscana si rende necessaria una moratoria sulla localizzazione dei nuovi impianti e una loro valutazione partecipata, che prenda in considerazione il ciclo integrale dell’energia sotto l’aspetto urbanistico, paesaggistico, ambientale e sanitario, al fine di contenerne e diminuirne l’impatto globale sul territorio.
6. Emergenza rifiuti
La dimensione e la drammaticità della “emergenza rifiuti”, verificatasi particolarmente in Campania, ma presenti anche in altre Regioni, i colossali e inutili sprechi di denaro pubblico, l’incompetenza e le collusioni dei vari segmenti del ceto politico, il serbatoio colossale di “autofinanziamento” creatovi ai propri fini dalla delinquenza organizzata, fanno di questo punto uno dei cardini di un programma ambientale nazionale e al tempo stesso sconsigliano da ricette facili e affrettate.
È evidente, sul piano strategico, che occorre elaborare e praticare una diversa politica dei rifiuti fondata sulla loro drastica riduzione (e dunque sull’adozione di un diverso modello di vita), la raccolta differenziata porta a porta, il riciclaggio sistematico con l’adozione di nuove tecnologie non inquinanti (impianti di trattamento a freddo).
Nell’immediato l’uso sorvegliatissimo degli inceneritori deve tendere al tempo stesso alla loro progressiva chiusura ed esaurimento.
È necessario altresì adottare piani regionali di smaltimento, che fronteggino con soluzioni eque e partecipate le reazioni particolaristiche, le quali tuttavia appaiono giustificate in molti casi dallo stato di abbandono e di disagio delle popolazioni più direttamente investite dall’increscioso fenomeno.
7. Politiche dei Beni culturali. Rafforzamento delle sovrintendenze.
È evidente che affrontare in maniera corretta in Italia il problema della tutela ambientale comporta anche l’adozione di serie ed efficaci politiche dei Beni Culturali.
Ci limitiamo su questo punto a osservare che, se l’adozione del Codice Settis va considerata un passaggio serio e non semplicemente un manifesto delle buone intenzioni, sarà necessario in tempi brevi operare un rafforzamento massiccio, qualitativo e quantitativo delle Sovrintendenze, alla cui operosità va ricondotto in buona parte l’oggettivo funzionamento di tale meccanismo.
8. Partecipazione
Tutti i “punti del programma” precedentemente elencati risulterebbero vani, se non fossero attraversati e modellati da questo: la partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione del territorio. Una partecipazione che deve andare ben oltre il consenso e la rappresentazione formale, per divenire occasione di consapevolezza, di vertenza, di difesa ed in particolare di progetto e di nuovi rapporti tra amministratori e popolazione, verso una “democrazia territoriale partecipata”.
A questo proposito la Rete dei Comitati ritiene necessario che sia promossa una reale partecipazione dei cittadini, riuniti in associazioni, nonché delle associazioni ambientalistiche, nell’iter di elaborazione dei piani e soprattutto nelle decisioni, sempre più frequenti, che avvengono al di fuori della pianificazione ordinaria, mediante decreti legislativi delegati, o attraverso conferenze di servizi rese di fatto inaccessibili ai cittadini. Analoga partecipazione deve essere prevista nei procedimenti di valutazione (valutazioni di impatto ambientale, verifiche preliminari, valutazioni ambientali integrate ecc.).
La Rete inoltre chiede che sia disciplinata e resa omogenea la normativa riguardante gli strumenti referendari in modo che sia effettivamente praticabile per tematiche di impatto territoriale e accessibile con certezza del diritto e costi contenuti per i cittadini.
Per quanto riguarda specificatamente la Toscana la Rete chiede che sia rivista in alcune parti la legge sulla partecipazione sia per quanto riguarda il dibattito pubblico relativo ai “grandi interventi”, sia per il sostegno regionale ai processi di partecipazione. Riguardo al primo punto, appare insoddisfacente che il soggetto proponente possa “proseguire a sostenere il medesimo progetto sul quale si è svolto il dibattito pubblico, argomentando motivatamente le ragioni di tale scelta”, ma ignorando nella sostanza quanto emerso in fase di dibattito. Riguardo al secondo punto, bisogna evitare che il sostegno regionale si traduca in una burocratizzazione della partecipazione, e in una contrapposizione manipolata fra gruppi di interesse.
9. Legalità
In Italia il rispetto dei piani e delle leggi è diventato un fatto facoltativo, affidato alla discrezionalità delle amministrazioni. In Toscana, ad esempio, è sempre più diffuso il fenomeno di strumenti urbanistici comunali che non solo ignorano le disposizioni del PIT e dei piani territoriali delle Province, documenti peraltro di mero indirizzo, ma che ostentano una plateale inosservanza della legge di governo del territorio (LR 1/2005) senza che né le Regioni, né le Province vogliano o possano intervenire.
Giusto promuovere la cooperazione dei vari livelli istituzionali, giusto che la pianificazione non sia una cascata di prescrizioni localizzate a dettaglio crescente, ma non si può supporre che bastino le esortazioni a produrre un buon governo del territorio. Una volta sancito un patto, bisogna che questo sia rispettato dai contraenti e il rispetto delle leggi di governo del territorio non può e non deve essere esterno a queste stesse leggi.
La Rete dei Comitati chiede che le Regioni e, in particolare la Regione Toscana, introducano nella legge del governo del territorio procedure di controllo che sanzionino in modo efficace l’inosservanza delle leggi da parte delle amministrazioni locali.
10. L’Ambiente e il Voto
La Rete dei Comitati constata (e lo abbiamo già detto) che nei programmi e nel dibattito pre-elettorale il “grande assente” è l’ambiente: il territorio, il paesaggio, il patrimonio culturale italiano; oppure è ridotto ad un catalogo di genericità e di buone intenzioni (la formula “ambientalismo del fare” sembra preludere purtroppo più a “politiche del fare” che a “politiche dell’ambientalismo”).
La Rete ritiene perciò utile mettere in circolo idee e proposte precise e circostanziate in materia. Chiediamo, per orientarci e orientare, risposte altrettanto precise e circostanziate e a tal fine sollecitiamo la collaborazione degli organi di informazione, nazionali e locali, regionali e locali, al fine di rendere visibile un tale eventuale dibattito.
Le somme, ovviamente, si tireranno nei giorni del voto.

Firenze 26 marzo 2008

Un decalogo per il paesaggio - Intervista ad Alberto Asor Rosa su Repubblica del 26/03 - articolo di Francesco Erbani

Un´iniziativa dei Comitati Toscani. Intervista ad Alberto Asor Rosa

UN DECALOGO PER IL PAESAGGIO
"In campagna elettorale si parla poco di ambiente", denuncia il coordinatore della rete. Nel
documento figurano consumo del suolo, tutela, rifiuti ed energia
FRANCESCO ERBANI
ROMA

Un decalogo per ambiente, territorio e paesaggio. Dieci questioni - dal tumultuoso incedere
del cemento alle politiche energetiche, dai rifiuti alla tutela dei beni culturali - che la rete dei
Comitati toscani, nata dopo la denuncia dello scempio di Monticchiello, in Val d´Orcia, ha
messo a punto in questi giorni di campagna elettorale, imputando un po´ a tutti gli
schieramenti un caduta di tensione. È un documento composito, che va anche oltre la
scadenza del voto, una delle prime elaborazioni della vasta ramificazione di comitati che dalla
Toscana si è estesa in altre regioni - le Marche, l´Umbria, la Liguria, il Veneto, la Lombardia -
coinvolgendo ormai parecchie migliaia di persone.
«Partiamo dalla premessa», spiega Alberto Asor Rosa, che della rete è stato il promotore,
«che l´ambiente, in un paese ricco di eredità, ma fragile e vulnerabile, è al tempo stesso un
bene primario e un obiettivo primario. Detto in altri termini: è il metro di misura da cui far
discendere la credibilità e la sostenibilità di ogni programma elettorale».
E ciò non sta accadendo, a vostro avviso?
«Assolutamente no. Qualcuno parla di ambiente e di territorio, ma sembra di ascoltare discorsi
che stanno a distanze siderali dai problemi reali. Molti non ne parlano per niente».
Un panorama desolante.
«Nel quale, però, salutiamo con favore l´approvazione delle modifiche al Codice dei Beni
culturali. Nonostante alcuni compromessi, dovuti al braccio di ferro fra il Ministero e le Regioni,
la nuova versione del Codice contiene meccanismi chiari di protezione del paesaggio,
sottraendoli al puro arbitrio comunale e regionale. Le battaglie condotte dalla nostra rete sono
fra quelle all´origine di questo ripensamento».
Voi siete favorevoli a un maggior accentramento delle competenze in fatto di tutela?
«La protezione del paesaggio è un processo che riguarda tutti i livelli istituzionali, Stato
centrale e Regioni. La Convenzione europea prevede che siano le popolazioni le protagoniste
di questa attività, e non solo le popolazioni che risiedono in quei luoghi. Per dirla
semplicemente: la tutela della Val d´Orcia è una questione che riguarda anche chi abita in
Sicilia. E lo Stato ne è garante. L´idea che a decidere siano solo i residenti o i politici del
posto oltre agli interessi economici più immediati è aberrante. E lo è ancora di più quando si
spaccia questo per partecipazione».
Uno dei punti chiave del vostro documento è l´arresto del consumo di suolo.
«L´espansione edilizia degli ultimi anni ha assunto proporzioni inimmaginabili. I dati dimostrano
che è ormai scollegata da ogni esigenza abitativa. Noi chiediamo che prima di consumare altro
suolo, per ogni bisogno che vada al di là di necessità sociali (le case per i giovani o per gli
immigrati, per esempio) si riutilizzino strutture esistenti. Non si può spacciare per modernità la
costruzione di seconde, terze e quarte case, di villaggi turistici abitati un mese l´anno, di
centri commerciali che paralizzano il traffico».
Ma i Comuni sostengono che senza i soldi che incassano grazie a queste concessioni edilizie
non possono andare avanti, non hanno fondi per gli asili o anche per pagare gli stipendi.
«È un gioco perverso. Un cortocircuito. Da una parte si incassano soldi, ma poi si dilata
sempre più il territorio urbanizzato per cui servono sempre più servizi. E ancora più soldi. La verità è che l´imprenditoria privata è in grado, anche nelle regioni amministrate dal
centrosinistra, di imporre scelte urbanistiche ambientalmente distruttive».
Un altro capitolo del vostro documento è dedicato alle grandi infrastrutture...
«...che concorrono a modernizzare l´Italia e a promuovere il suo sviluppo solo se inserite in
una programmazione complessiva. E solo - mi permetta un´osservazione apparentemente
banale - se fatte bene: l´Italia abbonda di infrastrutture mai terminate o che si sono rivelate
del tutto inadeguate. La verità è che dietro alle spinte per realizzare le cosiddette Grandi
Opere ci sono interessi di imprese. Prenda la vicenda dell´Autostrada tirrenica, che la Regione
Toscana vuole assolutamente realizzare rifiutando l´ipotesi di ammodernare e potenziare
l´Aurelia. Noi chiediamo che venga rivista profondamente la Legge obiettivo e che torni la
valutazione di impatto ambientale, che ora è limitata al solo progetto definitivo di un´opera».
Voi chiedete la valutazione di impatto ambientale anche per gli impianti che producono energia
alternativa.
«Certamente. Noi vogliamo promuovere le fonti energetiche rinnovabili, l´eolico, il solare,
insieme a programmi seri di risparmio e di efficienza. Ma la condizione per realizzare impianti
energetici è la loro compatibilità con l´ambiente e con il paesaggio. Intere zone della Toscana
sono devastate da un uso improprio, fortemente speculativo, delle risorse geotermiche».
Tutti i punti del vostro decalogo si sintetizzano in una richiesta: maggiore partecipazione. Non
si rischia in questo modo di allungare i tempi di approvazione di qualunque opera?
«Non confondiamo. Le lungaggini sono di ordine burocratico e amministrativo. Quello che
chiediamo è che le associazioni e i comitati possano partecipare alle decisioni che sempre più
frequentemente avvengono fuori della pianificazione ordinaria, al riparo da qualunque
discussione o dibattito. Le scelte che riguardano stravolgimenti territoriali non possono essere
prese nel chiuso di una stanza, lontano anche dai Consigli comunali o regionali, e poi
comunicate ai cittadini interessati. Il nostro è un progetto di una democrazia territoriale
partecipata».

lunedì 24 marzo 2008

La Bacheca di Legambiente

Invitiamo i nostri visitatori a prendere spesso visione del contenuto della bacheca di Legambiente collocata accanto alla Coop di Greve... un ulteriore mezzo di comunicazione in questo panorama così carente di informazioni alternative per la cittadinanza.

Energia pulita o affari sporchi?

Si segnala che venerdì 28 marzo, alle ore 21,30 presso la Casa del Popolo di Strada in Chianti si terrà l'incontro "Energia pulita
o affari sporchi?" su difesa dell’ambiente, tutela del paesaggio, energie rinnovabili, beni comuni. Interverranno Giovanni Bellini (Sinistra l’Arcobaleno) e Andrea Salvadori (Assessore all’ambiente del Comune di Greve in Chianti).

domenica 23 marzo 2008

mercoledì 19 marzo 2008

Non cala la polemica lottizzazione

In riferimento e a integrazione del testo "PER STRADA IN CHIANTI ....SI PUO' FARE ....MOLTO DI PIU'" apparso sul nostro blog lunedi 17 marzo, viene pubblicato a completamento della notizia precedente, anche l'articolo del Corriere di Firenze di domenica 16 marzo redatto dal giornalista Matteo Morandini.

martedì 18 marzo 2008

"Fermare lo scempio nella valle della Greve"

Sul sito

http://www.chianti-ambiente-territorio.info

é finalmente disponibile il testo del documento presentato
dal Coordinamento in occasione dell'audizione concessa dalla
III commissione (Ambiente) della Provincia lo scorso 19
Febbraio, in relazione alle condizioni della valle della
Greve ed in particolare delle zone limitrofe al
cementificio.
Chi é interessato lo può trovare andando nella sezione
Archivio e cercando 'provincia' o 'commissione' (senza
apici).
Il documento è appunto intitolato 'Fermare lo scempio nella valle
della Greve....'

lunedì 17 marzo 2008

PER STRADA IN CHIANTI ....SI PUO' FARE ....MOLTO DI PIU'

Riprendendo lo slogan di Walter Veltroni la Consulta di Strada in Chianti, le Associazioni ambientaliste ed anche una parte del Partito Democratico rispondono al Sindaco ed al "partito trasversale del fare";

Del fare che cosa, del fare per chi, si domandano in un comunicato molto pesante.
All'assemblea di Strada in Chianti nessuno del pubblico, molto variegato, ha difeso le scelte dell'Amministrazone.

Le proposte dell'Amministrazione sono state contestate da un pubblico attento e competente che spesso ha cercato di smascherare tentativi di minimizzare l'intervento oppure quelli di far apparire strettamente legate alla variante scelte ed opere che sono già finanziate ed avviate, come il nido che costruirà la Cooperativa Sociale Arca, o che sono ben lontane da venire, come l'ampliamento della scuola elementare che nessuno ha detto come e quando sarà finanziata.

Insomma l’ampliamento della scuola elementare non fa parte della convenzione relativa a questa variante (detta molto impropriamente “delle scuole”), il nido sarà costruito con un project financing indipendentemente dalla variante; il nuovo Centro Civico, se realizzato sarà a carico totale del Comune: l'unica cosa certa è che in base alla variante approvata dalla Giunta di Greve con una maggioranza risicatissima, un privato, che poteva costruire solo 3.200 metri cubi di residenza, potrà costruirne 11.100, quindi più di tre volte tanto.
Oltre a questi ulteriori metri cubi di cemento che si aggiungono agli altri innumerevoli già approvati a Strada in Chianti, ci sarà una strada che dividerà scuola elementare da nido e giardino della scuola elementare.

Invece un gruppo di persone, tecnici, consiglieri e semplici cittadini aveva preparato un'ipotesi di revisione della zona delle scuole che consentiva di accorpare in unica zona omogenea e libera da macchine tutta l'area scolastica compreso il giardino pubblico. Sarebbe in questo modo possibile avere un giardino più grande e attiguo alla scuola a cui si arrivi direttamente dalle aule, senza dover passare (come previsto nella bozza di progetto) in un tunnel di 30-40 metri.

Non c'è bisogno di fare strade e stradoni, nè nuovi parcheggi perchè con meno case ci saranno meno macchine. Occorre salvare Piazza degli Alamanni come zona interna all'area scolastica senza fare stradoni dritti in cui far sfrecciare SUV e gipponi in mezzo ai bambini: impediamo alle macchine di avvicinarsi alla scuola.

Con questa soluzione sarebbe possibile salvare la bella cipressaia presente sulla sommità della collina, realizzare il percorso pedonale dalla Casa del popolo all'area delle scuole, acquistare l'area da destinare a parcheggio per la Casa del Popolo: magari potrebbe essere quest’ultima a contribuire, visto che è al suo servizio.

Tutto questo si può fare semplicemente attuando il Regolamento Urbanistico vigente che prevede la costruzione di soli (si fa per dire) 3.200 metri cubi di residenza: con i soldi, oltre 176.000 € (sono questi gli oneri di urbanizzazione calcolati a 55,00 € a metro cubo) che il Comune avrà da questo signore per le costruzioni già autorizzate.
Con questi soldi si potrebbero comprare subito i terreni e fare le opere che servono per la Casa del Popolo.

La cosa che appare più grave però è la completa lontananza dalle richieste dell'Assemblea pubblica di Lunedì 10 Marzo: neanche qualche giorno di riflessione, nessuna precisazione e dettaglio su che cosa si intende per edilizia convenzionata, nessuna attenzione alle richieste di ripensamento fatte dai cittadini che nella quasi totalità si sono dichiarati elettori di centro sinistra. Anzi fra gli intervenuti molti fanno riferimento ufficialmente al Partito Democratico, essendone dirigenti locali, come Franco Bianchi, che si è scagliato, durante l'assemblea, contro tutta l'operazione a cominciare dal primo atto di questa vicenda avvenuto nel 2003/2004 quando il Comune, già proprietario di 2300 mq di terreno ha permutato l'area in questione per 33 € a metro quadro pur essendo questa già fabbricativa.
Altri componenti del Comitato Comunale del PD si sono spesi nella battaglia per cambiare le scelte: fra questi anche consiglieri della Consulta come Gabriella Binazzi e Flavia Affortunati.

Insomma anche il Consigliere Fabio Baldi che da tempo chiede scelte urbanistiche diverse e che per non votare contro la maggioranza è uscito dalla sala consiliare non è solo all'interno del Partito Democratico.

Interpellato, si dice dispiaciuto dallo scontro fra Giunta e cittadini che non porta a nulla di buono soprattutto ora che siamo in campagna elettorale: solo questo poteva consigliare di rinviare di almeno un mese, una scelta che ha ben poco di urgente: raccogliere l'appello unanime della Consulta di frazione, sostenuto anche da oltre 250 firme, poteva servire a dialogare con la parte più attenta della società stradese, poteva servire a ricostruire quel cuore della frazione che non è fatto solo di marciapiedi,strade e piazze: un'occasione è stata persa, quella più importante perchè basata sul rispetto umano reciproco e non sul rispetto solo delle leggi.

Ora resta il momento delle osservazioni, previsto dalla legge urbanistica: speriamo di poter recuperare anche il rapporto di fiducia. Lo potremo fare trasformando il momento delle osservazioni in un momento di partecipazione con la collaborazione attiva di tutte le forze politiche che non devono tirarsi indietro ma dare un aiuto a capire di cosa stiamo parlando: del futuro di Strada in Chianti in bilico fra "città dormitorio" e paese che cresce non solo per il numero di case costruite.

* L'ARTICOLO SOPRA PUBBLICATO E' LA VERSIONE COMPLETA DI QUANTO E' STATO REDATTO DAL GRUPPO DI OPPOSITORI ALLA VARIANTE DI STRADA IN CHIANTI. IL TESTO E' STATO SPEDITO AL GIORNALISTA DEL CORRIERE DI FIRENZE E DI METROPOLI. MATTEO MORANDINI, CHE E' STATO DISPONIBILE A PUBBLICARLO, PURTROPPO CON DIVERSE MODIFICHE, DOMENICA 16 SUL CORRIERE DI FIRENZE.

Comunicato della Rete Toscana dei Comitati dopo il Convegno del 15/03 sul tema "Risparmio Energetico-Efficienza Energetica-Fonti Rinnovabili"

Più di 300 persone hanno partecipato Sabato 15 Marzo al Convegno su "Risparmio Energetico-Efficienza Energetica-Fonti Rinnovabili" che si è svolto ad Arezzo, promosso dalla Rete Toscana dei Comitati insieme al Comitato Tutela Val di Chiana, Italia Nostra e il Comitato Nazionale del Paesaggio. Importanti relazioni sono state svolte da parte di Gianni Mori del Comitato Tutela Val di Chiana, che ha centrato in apertura le problematiche locali, e a seguire: di Maria Rita Signorini di Italia Nostra; di Beppe Croce di Legambiente; del Prof. Ugo Bardi della Facoltà di Chimica -Università di Firenze, che ha illustrato il problema del “picco” del petrolio, il suo costo crescente e la necessità di uscire dall'era dei combustibili fossili; del Prof. Gianni Tamino, Biologo dell'Università di Padova che ha magistralmente dimostrato l’antiecologicità intrinseca dei sistemi energetici basati sulla combustione, modello che in natura non esiste. Ha, inoltre, evidenziato quali e quanti sono gli sprechi energetici della nostra società ipersviluppata e la conseguente urgenza della diminuzione progressiva della quantità di energia usata, senza la quale non ha neppure senso una politica di sviluppo delle fonti rinnovabili.
Altre interessanti relazioni sono state quelle svolte da Paolo Neri dell'ENEA che ha analizzato il quadro mondiale delle fonti energetiche e dei loro usi, nonchè i vari tipi di tecnologie per l'utilizzo delle fonti rinnovabili; da Paolo Ermani esperto di efficienza energetica per il Ministero dell'Ambiente che ha portato numerosi esempi italiani e stranieri circa il modo in cui si può risparmiare energia nei settori civile, dei trasporti e dell'industria.
Infine, Giovanni Vantaggi, Medico di famiglia e referente per l'Umbria dei Medici per l'Ambiente, ha portato a conoscenza una serie di dati riguardo l'insorgenza di tumori nelle zone vicine agli impianti industriali (cementifici in particolare), alle centrali elettriche e agli inceneritori, sottolineando la particolare vulnerabilità dei bambini.
Interessante è stata anche la presentazione del libro “All’incrocio tra Phopal e Marghera” da parte della giovane autrice Serena Martinelli, anche come esempio di attività pedagogica nelle scuole.
Al Convegno ha partecipato anche il Sindaco di Arezzo, il quale ha manifestato il proprio interesse per l'alto valore scientifico e culturale dell'iniziativa.

Il Convegno ha raggiunto i risultati attesi grazie all'impegno encomiabile del Comitato Tutela Val di Chiana e in particolare dell'eccellente regia di Gianni Mori.
Con il terzo e ultimo Convegno regionale sul tema della GEOTERMIA che si svolgerà a Grosseto con molta probabilità nel prossimo mese di Maggio, si concluderà il primo ciclo di attività dell'AREA ENERGIA della Rete Toscana dei Comitati, con l'intento di proseguire queste attività territoriali che ci consentono di incontrare e sensibilizzare migliaia di cittadini.

Quanto prima sarete informati riguardo anche a quest'ultima attività.
Saluti
Coordinamento Area Energia della Rete Firenze 17-3-08

Massimo De Santi

domenica 16 marzo 2008

sabato 15 marzo 2008

ADDIO A VIALE VANGHETTI

Il lato destro di Viale Vanghetti ha perduto altri 11 alberi: lecci e tigli quasi centenari, ancora sani, come si può vedere dalle sezioni di tronco rimaste. Con loro, addio ai numerosi uccelli che, anche in inverno, vivevano tra i rami dei due bei lecci che aprivano l’alberatura, Addio all’aria depurata dal biossido di carbonio, addio alle generose ombre estive.
Un omaggio dovuto. Adesso rimangono le domande ancora senza risposta, nonostante i nostri numerosi tentativi:
- Se proprio non era possibile salvare gli alberi per fare il marciapiede, perché non si pensa ad un progetto che preveda il passaggio pedonale e la sostituzione degli alberi abbattuti con una specie più adatta?
- Perché i marciapiedi di Greve sono progettati di larghezza mt 1,50 (la larghezza massima prevista dalla vigente normativa), salvo poi disfarli e rifarli anche in larghezza minima mt 0,90 con piazzole di scambio, come ci risulta succederà a Panzano? Procedere in questo modo non rappresenta uno spreco di denaro pubblico?
- Perché Greve in Chianti rinuncia con tanta facilità alle sue alberature storiche (Viale Vittorio Veneto è già un ex Viale), quando altri più saggiamente curano, sostituiscono e mantengono quello che hanno. Non ci preoccupa perdere il patrimonio verde che fa parte del patrimonio della collettività, insieme ai beni architettonici ed alle memorie storiche?
- A proposito di memoria, Viale Vanghetti è anche Viale della Rimembranza. Non siamo troppo superficiali anche nel non coltivare e valorizzare adeguatamente la “memoria” per le future generazioni?
Queste ed altre domande affollano i nostri pensieri insieme alla tristezza che ci assale guardando Viale Vanghetti dal Palazzo della Torre. Rivolgiamo le nostre domande a tutti gli abitanti di Greve, ma continueremo a rivolgerle anche nelle sedi competenti. Non intendiamo affatto rimanere senza risposte.
Greve in Chianti, 15 Marzo 2008.

CIRCOLO IL GALLO VERDE
LEGAMBIENTE
GREVE IN CHIANTI

COMITATO DI UZZANO


VIALE VANGHETTI: PRIMA DEL TAGLIO

VIALE VANGHETTI: DOPO IL TAGLIO

SEZIONE DI UN TRONCO TAGLIATO (L’ALBERO ERA IN “SALUTE”)

venerdì 14 marzo 2008

La Giunta delibera nel deserto...

Lapidario commento della Consulta di Strada dopo l'adozione della Variante deliberata dalla Giunta

Ieri il consiglio comunale ha votato (con il minimo dei voti) la delibera che adotta la variante urbanistica che la giunta si ostina a chiamare "delle scuole". Non hanno voluto accettare la nostra petizione (con la scusa che non era protocollata).
Abbiamo perso la prima battaglia, ma continueremo ad opporci a questo progetto nefasto, sia per tutti i bambini che utilizzano e utilizzerano gli spazi scolastici, sia per tutta la popolazione che dovrà subire le ricadute di questa ennesima lottizzazione.

La Consulta di Strada - Chiocchio e Cintoia

"VARIANTE DI STRADA" - NUOVO COMUNICATO STAMPA dei Comitati del Comune di Greve in Chianti

Nuovo comunicato stampa sulla cosiddetta "Variante delle Scuole"

Il 12 Marzo il sindaco Hagge ed i suoi assessori insieme a due consiglieri di maggioranza (è già successo altre volte, ci chiediamo e molti ci chiedono: è normale che atti importanti che riguardano la collettività vengano deliberati con questa funzionalità mutilata del consiglio comunale?) hanno approvato l’adozione di una variante urbanistica per l’edificazione nella zona a valle della Scuola elementare di Strada.
Eppure l’assemblea del 10 Marzo alla Casa del Popolo di Strada era stata illuminante : la Consulta e la popolazione avevano chiaramente e fermamente dichiarato loro opposizione ad un simile progetto.
Palaia, Vitigliano, Piano di Fazio La Paurosa Spineto, AP8, ora Strada, domani forse Calcinaia, Cintoia … in quest’ultimo anno abbiamo assistito ad una rincorsa di progetti per un uso abnorme, un abuso ,del territorio. Tutto ciò ci preoccupa e per questo siamo al fianco della Consulta e della popolazione di Strada, facendo nostre le loro osservazioni.
1- Nel portare a 11.100 m³ i volumi della prevista edificazione non ravvisiamo nessun interesse pubblico, nemmeno nella ventilata edilizia agevolata in quanto non ci sono studi su questa necessità da parte della popolazione residente e i prezzi di queste abitazioni non sono mai “agevoli” ( chi li controlla?), sono pronti proprio a Strada più di 100 nuove abitazioni, e la tendenza ultima del mercato registra un calo nelle vendite immobiliari, come dimostrano i nuovi appartamenti ancora invenduti a Greve.
2- I servizi e le infrastrutture vanno assolutamente approntate prima degli insediamenti perché spesso le imprese edilizie promettono molto ma mantengono pochino.
3- Nel progetto non si vede alcun spazio adeguato alla ricreazione e alla didattica all’aperto per la Scuola primaria ed il costruendo Asilo nido ( il previsto tunnel che dal piano interrato della scuola porterebbe i bambini al costruendo giardinetto ci evoca fosche scenografie) ed in generale la scuola sembra più progettata per adattarsi alla strada e alla lottizzazione che viceversa.
4- Non ci saranno spazi verdi adeguati per la popolazione e neanche parcheggi adeguati per i residenti.
5- Gli interventi costruttivi saranno massicci per via del dislivello nella zona.
6- E’ a rischio la pregevole cipressaia presente.
Di ben altre cose ha bisogno Strada, per esempio di:
• percorsi pedonali e piste ciclabili verso le località vicine
• recupero e bonifiche di alcune zone, per es. il lago del Landi
• valorizzazione culturale e turistica di Cintoia e della sua valle
• servizi e strutture veramente incentivanti l’artigianato ed il terziario di qualità, per creare nuovi posti di lavoro in zona, evitando il pendolarismo per i residenti e la funzione di paese dormitorio.
In sostanza maggiore attenzione alla qualità della vita di tutti e non all’ interesse di pochi.
Speravamo che l’assemblea sarebbe stata l’inizio di un percorso di confronto ascolto e accettazione delle istanze della comunità di Strada ma ci siamo illusi, nelle dichiarazioni del sindaco e degli assessori al Consiglio comunale emergeva la soddisfazione (?) che la cittadinanza avesse capito il loro magnifico progetto
In particolare l’assessore ai lavori pubblici ha dichiarato che la giunta era serena nel decidere di approvare la variante, perché in possesso del mandato degli elettori.
Questa affermazione ci allarma e ci suscita alcune domande:
Il depositario del mandato degli elettori è il consiglio comunale, la giunta è l’espressione di questo e dell’equilibrio che in questo si ritrova all’indomani delle elezioni. E’ normale che una giunta dimentichi questo? Cosa ne pensano le forze politiche presenti nel consiglio comunale di Greve, davvero depositari del mandato elettorale?
E’ normale che sia “serena” una giunta dopo una pubblica assemblea, molto partecipata, nella quale non ha incassato neanche un intervento a suo favore? Una giunta comunale non è il consiglio di amministrazione di una Spa, deve rendere conto del proprio operato al consiglio comunale ed alla cittadinanza (in una democrazia matura, soggetto attivo ed ascoltato).
Come è stato detto e scritto nel programma delle passate elezioni comunali, “ il Comune, la tua casa”ma scordati di esprimere un tuo parere o le tue necessità di vita, perché questa amministrazione ama il decisionismo, spiegandoti che proprio attivando la variante si potrà nelle sedi adatte controllare i progetti presentati … insomma è come se si tagliasse un dito ferito per curarlo poi con acqua ossigenata e cerottino!

Circolo Legambiente Il Gallo Verde
Comitato di Uzzano
Comitato dei Genitori di Greve in Chianti

Faccia a Faccia (di sola facciata) tra Comune e cittadini di Strada in Chianti - articolo di Metropoli del 14/03

lunedì 10 marzo 2008

«Firme illustri usate come paravento» dal Corriere della Sera del 5 marzo 2008

MILANO - La torre di Botta a Celerina. La tramvia di Firenze. Il filobus di Bologna. I cittadini chiedono di poter far sentire la loro voce con un referendum. Spiega l' urbanista Pier Luigi Cervellati: «Vogliono partecipare alle scelte che riguardano il loro territorio. Primo: perché le loro città sono brutte. Secondo: perché dietro molti progetti si celano ragioni oscure». Partiamo dalla torre di Botta? «Non conosco il progetto. Ma che bisogno c' è di costruire grattacieli in Engadina? Nulla hanno a che vedere con l' assetto del territorio. È la crisi della fantasia». Botta forse non sarebbe d' accordo. «Purtroppo firme illustri, e non mi riferisco al caso specifico, sono il paravento per operazioni di grande speculazione. Oggi ci sono più architetti che nel Rinascimento. Tutte le loro opere, tra 50 anni, saranno considerate arte?». Un esempio? «Il ponte di Calatrava: costosissimo, tutto tranne che un' opera d' arte. Ben venga dunque se la gente, sulle grandi opere così come su queste operazioni griffate, vuole dire la sua». A Firenze è stato indetto un referendum sulla tramvia. Costo: 1 milione e 200 mila euro. Ma poi il quorum non è stato raggiunto. «Quello di Firenze è stato un referendum positivo. Non c' è stato un trionfo di no, ma nemmeno un' ovazione per il progetto. A Firenze come a Bologna questi progetti vengono portati avanti senza conoscerne i benefici, senza pianificazione. E poi...». E poi cosa? «La pianificazione deve essere democratica e partecipata. Un sindaco non può dire non mi fermo. È una prepotenza. Si accentra per velocizzare tutto e invece così si fanno lievitare tempi e costi». Lei ha firmato progetti ovunque. Non pensa che se fossero stati messi sempre ai voti, molti sarebbero ancora bloccati? «In fatto di urbanistica io sono contrario alla ricetta referendaria. È l' amministrazione che deve decidere, ascoltando cittadini e tecnici. Al referendum si deve ricorrere solo quando un' amministrazione si accanisce nel voler andare avanti a tutti i costi. Come accade in Svizzera, se non si arriva a una soluzione condivisa, bisogna avere il coraggio di dire: "bene, contiamoci"». Lo spartiacque? «Il referendum va usato con molta cautela, ma tutte le volte in cui l' operazione è irreversibile. Se fossi un sindaco, sarei io il primo a chiamare i cittadini al voto in questi casi. Perché il referendum può essere un' arma di difesa per l' amministrazione: le dà sostegno nelle scelte e l' aiuta a smascherare le proteste strumentali». Ma dove sta allora l' anello debole che porta all' utilizzo sempre più frequente di referendum? «Nell' assenza di pianificazione, nel silenzio delle sovrintendenze, nella mancanza di trasparenza amministrativa. Ma anche in sistemi di finanziamento delle opere come il project financing: le amministrazioni diventano ostaggio dei privati. Alla fine sono loro, o chi sta ancora dietro, a fare la pianificazione. E poi c' è la questione estetica». Lei più volte ha usato questa citazione: il bello in senso astratto è il preludio alla felicità. «Appunto. Noi avevamo città straordinariamente belle e vivevamo in case povere. Ora abbiamo case belle e città brutte. Il preludio dell' infelicità alla quale la gente inizia a ribellarsi».
Mangiarotti Alessandra

giovedì 6 marzo 2008

Consulta di Strada, Chiocchio e Cintoia informa che la petizione comincia ad avere i suoi effetti...

Consulta di Strada - Chiocchio e Cintoia

La nostra petizione comincia ad avere i suoi effetti anche se ancora non è ne’ finita ne’ presentata.

Il sindaco ha accettato e organizzato un

INCONTRO CON LA POPOLAZIONE
di Strada


il 10 MARZO

DOVE ?
Non ci è stato ancora comunicato, o al centro civico o alla casa del popolo

Non ci formalizziamo, dopo cena dove capiterà (faremo un giro…). L’importante è esserci ed estendere a più gente possibile l’invito dato che ancora l’Amministrazione non ha fatto alcun manifesto.


VI ASPETTIAMO!!

La consulta


PS. il consiglio comunale del 5 è stato rimandato a mercoledì 12 marzo, anche se l’ordine del giorno rimane lo stesso (adozione della variante...)!

lunedì 3 marzo 2008

Costruire un giardino nel Chianti...

Interessante iniziativa del Circolo "Il Passignano" di Legambiente. Leggete sotto il programma e scaricate le locandine informative.

PROGRAMMA

TEMI TRATTATI
Acqua: quantità, sistemi di irrigazione, giardino arido, riciclo,
reflui, abbattimento cloro, risparmio
Suolo: rispetto profili, rispetto morfologia, rispetto caratteri,
recupero fertilità naturale del suolo, compost
Piante: criteri di scelta (clima, suolo, giacitura, storia,
spazio disponibile), provenienza
Architettura del giardino: gestione di siepi e alberi (potature,
trattamenti), disegno del giardino
Giardino e campagna: genius loci, i frutti nel giardino,
l’orto nel giardino, i fiori nel giardino, le erbe alimentari
Gli animali attorno a noi
VENERDí 14 MARZO ore 17-20
Dott. Giuseppe Pandolfi
Criteri di sostenibilità nel progetto di un giardino
L’acqua, come risparmiarla e come usarla al meglio
I materiali costruttivi: locali, naturali, durevoli
Il genius loci: come inserirsi nel paesaggio
SABATO 15 MARZO ore 15-18
Dott. Isabella Devetta
La vegetazione forestale del Chianti
La vegetazione naturale del Chianti: quali sono le piante autoctone
La vegetazione storicizzata
VENERDí 28 MARZO ore 17-20
Dott. Marco Lebboroni, dott. Marco Rustioni
Progettare per gli animali: come aiutare la fauna selvatica
Brunella Riccardi
Le piante spontanee alimentari e officinali del nostro territorio
SABATO 29 MARZO ore 15-18
Dott. Giuseppe Pandolfi
Criteri di gestione di alberi e arbusti
Le potature: come farle, quando e perché farne a meno
I trattamenti fitosanitari: l’alternativa c’è
I criteri e le buone pratiche agronomiche
Orto e frutteto: quali varietà scegliere
SABATO 5 APRILE ore 15-18
Visita guidata al Vivaio la Costa per vedere e conoscere
l’uso delle piante ornamentali e da frutto

PER ISCRIZIONI E INFORMAZIONI:
presso tutti gli sportelli della Banca del Chianti Fiorentino
oppure telefonando al 055 8255222 o al fax al 055 8255299
in orario di ufficio.
Per mail: passignano@hotmail.com
COSTO INTERO CORSO: 40 euro (soci BCF 30 euro).
Le lezioni si terranno presso l’auditorium della Banca del Chianti Fiorentino
in Piazza Arti e Mestieri, 1 a San Casciano Val di Pesa.


domenica 2 marzo 2008

"VARIANTE DI STRADA" - COMUNICATO STAMPA dei Comitati del Comune di Greve in Chianti

COMUNICATO STAMPA

Nel leggere l’ordine del giorno della convocazione del Consiglio Comunale del 5 Marzo 2008, apprendiamo che torna puntualmente la “variante di Strada”.
Interpretiamo questa scelta come una provocazione. Ribadiamo ancora una volta che il territorio è patrimonio della collettività e come tale deve essere trattato. Dopo l’assemblea del 20 Febbraio e quello che l’Assessore Regionale Conti ha, in quella sede affermato, il riportare la variante all’ordine del giorno senza aver prima ricercato almeno il confronto pubblico con la popolazione e la Consulta di Strada, rappresenta un episodio molto grave, una inutile prova di forza degli amministratori nei confronti degli amministrati.
Senza voler impartire lezioni a nessuno, ci sentiamo di dover dire, con estrema tranquillità, che una politica che si dice desiderosa di rinnovamento e alla ricerca di moralità ed etica, ha il dovere di tenere atteggiamenti più lineari e coerenti e dato per certo che l’ ambiente è di tutti, ci sembra che il voler gestire il territorio in questo modo risponde più agli interessi di pochi che a quelli della comunità.
Negli ultimi giorni la politica di Greve ha assunto toni eticamente non molto edificanti.
Ci piacerebbe vedere più rispetto e trasparenza, Politica ed Etica con le maiuscole.
Sulla stampa di oggi troviamo che il neo segretario PD ed il Sindaco sono all’unisono convinti della …necessità di aprire un confronto ed un dialogo con la comunità grevigiana…
Quale confronto, quale dialogo? In che modo gli amministratori locali interpreteranno ed applicheranno la legge 69/07 della Regione Toscana sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali?
Esprimiamo piena solidarietà alla Consulta di Strada che nell’esercizio del mandato ricevuto dai cittadini si impegna a rappresentare il sentimento degli abitanti della frazione, in questa non serena occasione.
Facciamo un appello a tutte le forze politiche grevigiane e della regione Toscana, di governo e di opposizione, per un eccezionale gesto di responsabilità che aiuti a ritrovare serenità e lucidità per poter proseguire tutti insieme un cammino che non si presenta né facile, né breve. Tutto questo per la dignità di tutti, per la qualità della vita e per il futuro nostro e dei nostri figli.
Greve in Chianti, 01.03.2008

Circolo Legambiente il Gallo Verde
Comitato di Uzzano per la Tutela del Territorio
Comitato Scuola
Comitato del Passo dei Pecorai per il Chianti

P.S. I soggetti firmatari sostengono l’iniziativa della Consulta di Strada in Chianti aderendo di fatto alla raccolta firme, intrapresa per sospendere il provvedimento all’esame del prossimo Consiglio Comunale.