sabato 29 dicembre 2007
Metropoli venerdì 28 dicembre 2007
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venerdì 21 dicembre 2007
GRANDE SUCCESSO OLTRE 500 FIRME PER FERMARE LE VARIANTI
500 FIRME PER IL COMITATO DI UZZANO
Oggi 21 dicembre 2007 al Comune di Greve in Chianti sono state presentate le prime osservazioni dei cittadini, delle associazioni e dei comitati alla Variante al Piano strutturale, denominata AP8, adottata dal Consiglio Comunale di Greve in Chianti il 1°ottobre 2007, che prevede la costruzione di un insediamento produttivo di 6200 mq per la lavorazione di insaccati in zona agricola San Piero – Montecalvi, sotto il vincolato Castello di Uzzano.
In particolare si evidenziano le osservazioni del Circolo Il Gallo Verde di Greve in Chianti affiliato a Legambiente e il Comitato di Uzzano che è riuscito a raccogliere per questa prima serie di osservazioni in scadenza il 22.12.2007 ben 500 firme. I componenti del Comitato si dimostrano soddisfatti per questo successo, soprattutto visto il poco tempo avuto a disposizione per informare la cittadinanza della pressoché sconosciuta Variante AP8. Il Comitato di Uzzano avvisa che la raccolta firme non si concluderà con le vacanze natalizie, ma che proseguirà con la seconda tranche di osservazioni alla complessa Variante del Pian di Fazio, Spineto e La Paurosa che saranno presentate entro la data ultima del 06.01.2007.
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La petizione per fermare le varianti di Greve entra in Palazzo Vecchio
Giovedì 20 Dicembre si è inaugurata in Palazzo Vecchio la Mostra - progetto "Spazio Comune"che ha visto la selezione di tre giovani artisti per la realizzazione di un'opera site-specific.I lavori si confrontano con temi importanti riguardanti il rapporto tra municipalità e cittadinanza.
Gaia Bartolini ha presentato il lavoro "Savonarola beat me!", che attraverso la personalità storica di Savonarola, incarna il rapporto contradditorio tra l'individuo e la società del potere politico e religioso.
Lek Gjeloshi ha fornito una riflessione sulla partecipazione dei singoli agli spazi collettivi e sulle catastrofi nascoste nel senso di possesso e protagonismo.
Leonora Bisagno ha presentato il lavoro "Area Particolare 8" riguardante una petizione attualmente in corso per fermare le varianti al piano strutturale nel Comune di Greve in Chianti. Il cumolo di buste raccolte e la figura emblematica dell'usciere mettono in evidenza l'aporia della "sensatezza del linguaggio" creando un simbolico muro che si frappone nella comunicazione tra cittadini e istituzioni.
La mostra rimarrà aperta fino al 20 Febbraio 2008, orario 9.00-17.30
Firenze Palazzo Vecchio, terzo piano sala della miniatura.
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mercoledì 19 dicembre 2007
Una centrale a turbogas nel Chianti?
Rischi e ricadute dei recenti progetti nell'area industriale di Testi
Può un territorio con una vocazione economica e produttiva strettamente collegata con il mantenimento dei caratteri di identità storici e paesaggistici, meta di un turismo enogastronomico e naturalistico, abitato da privati e aziende che fanno della gestione eco sostenibile una pratica quotidiana….puntare d’improvviso sul “meraviglioso” mondo dello smaltimento rifiuti e della industria pesante più inquinante? Si, a quanto pare può. La macroscopica incongruenza nasce da una serie di progetti, che si sommano, in modo talvolta contraddittorio, tesi a confermare e a protrarre sine die la destinazione per industrie pesanti e attività fortemente inquinanti che interessano l’area di Testi, al confine tra i territori comunali di Greve in Chianti e di San Casciano Val di Pesa. Già oggi esiste a Testi un polo industriale costituito dal cementificio SACCI, comprensivo dell'attività mineraria, di un impianto di gassificazione attualmente fermo, e di un impianto di betonaggio. Il Piano Provinciale di Smaltimento Rifiuti aggraverebbe questa situazione, in quanto ipotizza sull’area il riavvio e potenziamento del gassificatore, la costruzione di un nuovo inceneritore per 85.000 tonnellate annue di rifiuti, la conferma dell’utilizzo di combustibile derivato da rifiuti (CDR) nel forno del cementificio, l'ampliamento dell'impianto di trattamento rifiuti di Sibille-Falciani, finalizzato alla produzione di CDR. Ma a tutto questo si aggiunge poi la proposta da parte della società VOLTA di una centrale elettrica a ciclo combinato funzionante a gas naturale (TURBOGAS), per la potenza di 50 Megawatt Proprio su questa vicenda sono utili alcune riflessioni. La centrale a turbogas ha provocato una protesta radicale da parte delle associazioni ambientali e di tutela del territorio, culminata in un ricorso al Presidente della Repubblica . Si è voluto caricaturizzare tale critica raffigurando le proteste come frutto di una campagna ideologica contraria al progresso o, peggio, di un egoismo localistico. Ma sono proprio gli argomenti a favore di questa scelta che suscitano molte perplessità. Primo fra tutti la minimizzazione della portata degli inquinanti prodotti dalla centrale a fronte del danno reale prodotto dal cementificio o dal futuro inceneritore. In realtà il volume dei fumi prodotti dalla centrale sarebbe enorme (300.000 mc/ora), e nelle emissioni si avrebbero particelle finissime e nanoparticelle (le più pericolose per la salute) e metalli pesanti, ossidi di azoto e formaldeide, oltre al grave rischio rappresentato dal particolato secondario. Soprattutto, si può rispondere rilevando l’aspetto paradossale del ragionamento, che invece di prevedere il risanamento delle aree compromesse ne prevede l’aggravio. Altro argomento a favore è la presunta positività ambientale della tecnologia, che viene addirittura richiesta dalle comunità locali e dagli ambientalisti in sostituzione del carbone. A questo argomento è fin troppo facile controbattere che nella nostra realtà non si sostituiscono impianti energetici più inquinanti, e che la sfida per l’energia del futuro la si vince smettendo ci costruire centrali a fonti fossili ed esauribili (dalle quali dipendiamo per l’ 80% del bilancio energetico nazionale) per investire invece su fonti rinnovabili, diffuse sul territorio ed integrate nell’ambiente. Inoltre, il gas che è fonte preziosa qui non viene neanche sfruttato al meglio in quanto facendo la centrale lontano da centri abitati si perde la possibilità del teleriscaldamento. Ma l’ultimo argomento a favore della centrale è quello probabilmente più controvertibile. Si dice che con la liberalizzazione del mercato energetico a fronte di una proposta di un soggetto privato il compito delle amministrazioni locali è solo quello di verificare eventuali infrazioni alle leggi ambientali e, se non ve ne fossero, di avallare. Noi crediamo invece che il rispetto delle leggi lo devono garantire i nuclei di polizia ambientale e la magistratura, mentre alla politica spetta un altro compito, quello di verificare il quadro di compatibilità nel quale le iniziative private si devono inserire. La regione non ha ancora definito il Piano di Indirizzo Energetico (PIER), le bozze che ne circolano pongono obbiettivi ambiziosi sul potenziamento del risparmio e delle rinnovabili, ma intanto tutti gli enti competenti approvano il progetto di VOLTA. Per usare una metafora, sarebbe come se un sindaco invece di fare il Piano Regolatore concedesse ai privati di progettare in piena libertà, per poi chiamarne il risultato a posteriori “piano urbanistico”. Fermo rimanendo che la proposta da parte del privato è lecita e prende le mosse da suoi ovvi interessi economici, resta indefinito un punto: chi tutela l’interesse pubblico, nel quale è compreso anche la difesa della salute e del paesaggio, oltre che di tutte le attività economiche e produttive che su questo poggiano e che sarebbero sicuramente danneggiate da questa iniziativa. San Casciano,
Giuseppe Pandolfi
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lunedì 17 dicembre 2007
"Tutti contro la Variante" Il Corriere di Firenze 17/12/07
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6 dicembre, la 1ª Commissione del Consiglio regionale ha licenziato il testo della legge regionale sulla Partecipazione.
Un altro passo avanti verso l’approvazione della legge regionale sulla Partecipazione.
Ieri, 6 dicembre, la 1ª Commissione del Consiglio regionale ha licenziato il testo della legge, che ora è pronta per essere esaminata dal Consiglio.
http://www.regione.toscana.it/partecipazione/
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domenica 16 dicembre 2007
Paola ha detto...
Ho avuto occasione di leggere il volantino del Comitato di Uzzano che denuncia l'ennesimo attentato alla nostra bella Italia. Ero in gita a Greve in Chianti e non ho firmato perché a volte si sa, determinate cose ti passano sotto gli occhi e non ti rendi ben conto di che cosa si tratti. Poi una volta tornata a casa mi è ritornato in mente il volantino che avevo in tasca e ho cercato su internet il sito del comitato. Allora si che mi sono resa conto della situazione: ancora uno scempio... Sarà mai possibile contenere questo processo di distruzione che sconvolge il bellissimo paesaggio delle colline di Greve? Io mi auguro proprio di si, per questo non ci ho pensato due volte e ho firmato online la petizione. Consiglio a tutti di farlo e soprattutto di partecipare attivamente all'iniziativa del comitato di Uzzano che altro non vuole che conservare un grande tesoro che una volta perduto non potrà mai essere ricostruito! Meditate gente MEDITATE!!!!
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Ecco come Greve diventerà un posto ulteriormente "greve"!
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Dal Corriere della Sera di venerdì 14 dicembre 2007
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sabato 15 dicembre 2007
Moduli per la raccolta firme per fermare le varianti nel comune di Greve
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venerdì 14 dicembre 2007
Raccolta Firme
Il Comitato di Uzzano in Greve in Chianti comunica che nella mattinata di:
- sabato 15 dicembre 2007 in Piazza Matteotti a Greve in Chianti (FI)e
- domenica 16 dicembre 2007 in piazza Bucciarelli a Panzano in Chianti (FI)
sarà presente con un banchino per le informazioni e la raccolta firme
riguardanti la variante AP8 e la variante del piano di Fazio, Spineto
e La Paurosa.
Il Comitato sarà disponibile per mostrare gli atti e le documentazioni
relative alle Varianti, presentare le attività del Comitato e delle
associazioni presenti sul territorio aderenti al Coordinamento dei
Comitati del Chianti Fiorentino.
In caso non possiate essere presenti è possible ricevere le
informazioni e i moduli per la raccolta firme via mail.
E' possible anche partecipare ad una raccolta di firme online su:
http://www.ipetitions.com/petition/SOSChianti/index.html/
Per ulteriori informazioni:
mail :Comitato di uzzano
te.3891520435
http://comitatouzzano.blogspot.com
CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE
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giovedì 13 dicembre 2007
Valutazioni sul dibattito avvenuto su controradio il 12 dicembre 2007
Valutazioni sul dibattito avvenuto su controradio il 12 dicembre 2007 tra il sindaco di Greve in Chianti Marco Hagge e il vice presidente del Comitato di Uzzano Francis Bisagno.
Il Sindaco Hagge accusa i componenti del Comitato di Uzzano di non aver cercato un dialogo diretto e di non essersi presentati in Consiglio comunale, per presentare le loro obiezioni. Il Comitato di Uzzano ritiene invece che il Comune abbia dimostrato una considerevole carenza di comunicazione riguardo la suddetta variante per i seguenti motivi:
- La Variante AP8 non è mai stata presentata sul sito del Comune.
- La Variante AP8 non è mai stata affissa alla bacheca del Comune, ma ne è stata data solo la comunicazione di avvenuta pubblicazione sul BURT in data 7.11.2007.
- Non è stato istituito un garante della comunicazione per la variante AP8.
Visto che si tratta di problemi di comunicazione intendiamo precisare che:
- la variante AP8 è ancora sconosciuta alla maggior parte dei residenti del Comune di Greve in quanto AP8 (ossia “area particolare 8”) non designa nessuna realtà geografica esistente nel Comune e conseguentemente non può essere conosciuta dalla popolazione. Il fantomatico nome sta a indicare un territorio aperto da trasformare in “area particolare” ai fini di giustificare un insediamento industriale in zona agricola;
- il Comitato di Uzzano intende informare la cittadinanza su questa variante visto che il Comune sembra non essersi occupato di adempiere a questa funzione. Riteniamo che il Comune voglia stabilire quelle che sono le esigenze della cittadinanza senza aver organizzato un’assemblea o un dibattito pubblico su questioni di così grande importanza come delle Varianti al Piano Strutturale (in merito naturalmente anche alla Variante di Fazio, Spineto e La Paurosa);
- Il Comitato di Uzzano fa uso di diversi mezzi di comunicazione per diffondere la notizia dell’esistenza di una Variante AP8 all’opinione pubblica. Tra questi considera una trasmissione radiofonica un mezzo efficace, diretto ed allargato per discutere un problema, permettendo così di velocizzare i tempi (vista la scadenza a breve termine – 22.12.2007 - per presentare le osservazioni), altrimenti molto lenti per superare le trafile burocratiche degli uffici e il cosiddetto “ambulatorio” del Sindaco.
Il Sindaco Hagge paragona il “fantomatico” capannone dell’AP8 a opere di architettura contemporanea di importantissimi architetti tra i quali Renzo Piano e Mario Botta. L’assunto che le accomuna, secondo il Sindaco, è il presunto interramento. Sentiamo quindi la necessità di rispondere in merito alla questione mossa con grande enfasi dal Sindaco Hagge, nostro malgrado, ritenendo davvero penoso discutere su una tesi così priva di fondamento:
- le Cantine d’Autore sono opere di architettura contemporanea;
- un’opera di architettura contemporanea, che sia interrata o no, è e resta tale. Non vogliamo sottolineare l’ovvietà che una cantina già per il fatto di essere definita cantina contempla la possibilità di essere anche interrata;
- le cantine d’Autore sono realizzate in zone agricole ampie, estese e visibili, progettate con tutti i criteri necessari per opere di questa rilevanza architettonica, e che non possono certo realizzarsi con delle sole procedure ordinarie “richieste dalla legge”. Crediamo che sia inutile affermare che queste opere siano state realizzate nel rispetto del quadro idrogeologico di riferimento, con adeguati studi di impatto ambientale. Ci permettiamo di ipotizzare che l’area identificata come AP8, situata a margine di una collina ad elevata pericolosità idrogeologica, ossia franosa, in una valle stretta a ridosso di un borro e ai margini di un bosco situato ai piedi del noto Castello di Uzzano, progettato dal celebre Orcagna, sarebbe difficilmente presa in considerazione da personalità di questo calibro;
- ultima nota dolente a margine di questo quadro desolante: un’opera d’arte contemporanea è tale perché è contemporanea. Una ridondante tautologia che, senza entrare nel merito specifico di ciò che si può intuitivamente comprendere, ci fa inorridire di fronte a tanta presunzione al punto di sostenere, per questo “capannone d’autore”, un qualche parallelo con il grande architetto del Beaubourg.
Il Sindaco Marco Hagge sostiene che il comitato si esprima attraverso slogan qualunquisti (forse sovversivi?) del genere ecomostri, cementificazione selvaggia e via dicendo attribuendolo ad un fenomeno più vasto, “di moda” di questi tempi.
Il Comitato di Uzzano ritiene che il tentativo del Sindaco di ridimensionare l’attività dei comitati e delle associazioni sul territorio che intendono visionare le decisioni e l’operato del Comune, contrastare politiche ritenute erronee e voler partecipare alle decisioni sul proprio territorio, sia assolutamente controproducente. Il verificarsi di una situazione di questo tipo dovrebbe spingere i nostri amministratori a considerare che una fetta, più o meno grande che sia, della cittadinanza, non si sente adeguatamente rappresentata dalle istituzioni preposte.
Sulla predilezione del Sindaco per i cartoni animati.
Il Sindaco Hagge considera i rappresentanti del comitato degli sprovveduti immersi nel mondo delle favole incapaci di discernere i tempi e le procedure di realizzazione di edifici e capannoni, cercando di minimizzare e posticipando il problema delle Varianti allo stato attuale, sottolineando che sono “progetti di massima”.
Siamo profondamente consapevoli dei tempi di progettazione ed è proprio per la loro brevità che intendiamo affrontare la questione prima di dover constatare da un giorno all’altro la presenza dell’ennesimo cantiere nato all’insaputa della cittadinanza. Al momento in cui un edificio viene realizzato, le sue pareti non sono animazioni nel paesaggio, ma sono pareti di cemento. Il dubbio che si voglia costruire una succursale di Disneyland nel Chianti dove tutto è falso e ricostruito, si rivela ad un certo punto plausibile. La nostra terra non ha bisogno di falsi, di per sé è già ricca di inestimabili bellezze paesaggistiche e architettoniche, che rappresentano la nostra storia e la nostra cultura. Per tutte queste ragioni sono apprezzate in tutto il mondo e sono la prima risorsa turistico-economica del Chianti.
Il Sindaco ha affermato che in Italia esiste la libertà d’impresa e che per questo motivo spetta all’imprenditore scegliere un luogo piuttosto che un altro.
Premettendo l’ovvietà, già più volte ribadita, che nessuno nega le facoltà e le possibilità di un’impresa di svilupparsi e che nessuno vuole cacciare nessuno dal territorio (discorso che qualcuno vuole pretestuosamente attribuirci), resta il fatto che esiste un Governo del Territorio preposto tra l’altro alla valutazione delle richieste dell’imprenditoria nel rispetto del territorio, del paesaggio e non da ultimo della cittadinanza (se non vogliamo ricadere nuovamente nel mondo in cui i cittadini siano equiparabili a cartoni animati). Criteri come l’idoneità della localizzazione e la praticabilità idrogeologica di un sito sono elementi fondanti che necessitano la conoscenza e l’approvazione di tutta la popolazione, a meno che non si voglia confermare che la proprietà catastale di un imprenditore sia sufficiente a garantirgli una variante al piano strutturale. Ci dispiace sottolineare come si crei in questo modo una preoccupante discriminante tra cittadini di serie A e cittadini di serie B sulla base di rapporti di proprietà e notorietà. Inutile dire che rifiutiamo questa logica perversa.
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Risposta ad Andrea Cappelli, responsabile dell'ufficio urbanistica del Comune di Greve
Architetto Cappelli, in risposta alle Sue dichiarazioni su Metropoli di venerdi 30.11.2007 :
- il nuovo insediamento di 5500 mq misura, come si desume dalle Norme Urbanistiche specifiche annesse alla Variante, 160 mt. di lunghezza per 34 mt. di larghezza per 7 mt di altezza. Questo significa che il solo fronte a vista di 160 mt. per 7 mt, copre una superficie di 1120 mq, con evidente impatto ambientale.
- Non solo, l’interramento di tale insediamento comporta lo sbancamento di una collina (per una profondità di circa 34 mt) ritenuta ad elevata pericolosità idrogeologica dalla Provincia di Firenze e dalla Protezione Civile, come documentato sul sito http://www.provincia.fi.it/sit/cartogr.htm. Si fa notare che i proprietari delle coloniche circostanti siano dovuti intervenire con periodiche e dispendiose operazioni di consolidamento delle fondazioni causate dal terreno franoso.
- Il progetto prevede un ulteriore edificio, sovrastante il capannone, di 600 mq, snaturando il paesaggio circostante con una costruzione che risulta essere di dimensione doppia rispetto la metratura di una casa colonica tipica. Si sottolinea che tale edificio di altezza 3,50 mt si somma ai 7 mt. del capannone in altezza.
- In merito alla localizzazione di tale complesso risulta evidente che con una collocazione più consona e appropriata sempre all’interno del territorio comunale, ma in aree già adibite a lavorazioni artigianali e industriali, possibilmente attuando un recupero di strutture già esistenti, l’Azienda manterrà la medesima capacità di rappresentanza e occupazione.
- Con questo progetto si vuole palesemente trasformare una zona agricola di pregio paesaggistico, distante da altre aree produttive, in un’area di lavorazione a carattere prettamente industriale con gravi ripercussioni sulla viabilità, già critica in quel tratto stradale, sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento acustico e luminoso.
Il nostro Comitato ha già trovato la solidarietà di numerose associazioni sul territorio locale, regionale e nazionale, tutte concordi sul fatto che questo scempio insensato non vada realizzato. Per questo, insieme, ci adopereremo in tutti i modi consentiti e possibili per impedire questo intervento contro il nostro territorio e la sua cittadinanza.
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Alessandra ha detto...
Ho ascoltato il dibattito su Controradio e vorrei sottolineare due aspetti che mi sono sembrati abbastanza "interessanti".
Premetto che vivo a Greve, non sono grevigiana ma mi sono trasferita tra le altre cose per fare una scelta di qualità di vita rispetto alla città.
Prendo la Sita ogni mattina per andare al lavoro a Firenze e quindi ho la possibilità di essere informata sulle attività del consiglio comunale di Greve, dato che una delle bacheche è proprio alla fermata.
Prima nota: tutta l'operazione ha mancato in modo assoluto di comunicazione alla cittadinanza, fatto sta che moltissime persone come me ignoravano i fatti specifici relativi alla variante AP8 (nome coniato ad hoc per l'occasione, dato che Area Particolare è un termine che non indica nulla di specifico). Ecco quindi la ragione per la quale la cittadinanza e di conseguenza il comitato non hanno potuto adeguatamente partecipare alle sedute del consiglio comunale.
Forse il sindaco dovrebbe riflettere su cosa voglia dire comunicare con i cittadini, e non credo che gli debba riuscire difficile, dato che la parola e la comunicazione sono il suo pane quotidiano, in quanto giornalista.
La seconda nota riguarda la sua affermazione: "siamo in un paese in cui esiste l'imprenditoria libera". Questo vuol dire che per favorire l'imprenditoria libera bisogna creare varianti al piano regolatore ad hoc? Non si chiama per caso favorire interessi privati?
Per concludere, per fortuna che esistono i comitati, nonostante le sprezzanti parole usate dal sindaco Hagge!
Alessandra
12 dicembre 2007 12.30
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mercoledì 12 dicembre 2007
Vi Sembra interrato???????????????????????????????????
A proposito del capannone d'autore.
Questo disegno estratto dalla variante AP8 mostra il lato più corto, 34m, del capannone che come si può vedere è solo in minima parte interrato, la facciata invece è completamente scoperta e misura 160m di lunghezza per 10,50m di altezza.
Una struttura di tale dimensioni ha un notevole impatto ambientale su un territorio ad alto pregio paesaggistico.
Il Sindaco di Greve in Chianti, nel suo dibattito radiofonico su Controradio, paragona la variante AP8 alle nuove cantine Antinori realizzate a Bargino che potete vedere nell'immagine qui sotto.
La differenza ci sembra evidente................................
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MARCO HAGGE A CONTRORADIO-BEN SCAVATO VECCHIA TALPA PUNTATA DEL 12 DICEMBRE 2007
http://www.controradio.it/popx.php?elemento=29486
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martedì 11 dicembre 2007
MARCO HAGGE-Comunicato "Ben scavato vecchia talpa"
Comunicato Stampa
Domani mercoledì 12 dicembre 2007 alle ore 9,40 sulle frequenze di Controradio (FM 93.6 nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, FM 98.9 nelle province di Lucca, Pisa e Livorno) e in streaming su: http://www.controradio.it/popx.php?elemento=28614 nel corso della trasmissione Ben scavato vecchia talpa condotta da Sabrina Sganga, si svolgerà un dibattito sulla Variante AP8, recentemente adottata dal Comune di Greve in Chianti.
Invitati a parlare il Comitato di Uzzano, rappresentato dal vice presidente Francis Bisagno, e il sindaco di Greve in Chianti Marco Hagge.
Sintonizzatevi!
Greve in Chianti, 11 dicembre 2007
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Rutelli: «Paesaggio in degrado? Colpa dei geometri» Il Sole 24 Ore 19/11/2007
Il vicepremier Francesco Rutelli contro l'«Italia dei geometri»
Testata:
Il Sole 24Ore Progetti e Concorsi
Data:19-11-2007
Autore:
Paola Pierotti
Le categorie professionali contestano le critiche sostenendo che il paesaggio italiano è stato rovinato per mancanza di pianificazione e politica mirata. Un concorso di colpa per la scarsa tutela del patrimonio ambientale e architettonico del Bel Paese. La scorsa settimana in occasione del seminario del Fai tenutosi ad Assisi, il ministro per i Beni e le attività culturali ha sottolineato che «gli architetti e gli urbanisti del dopoguerra hanno perso una battaglia storica, magari anche per colpa della politica. Non sono riusciti a imporre un leadership culturale e quindi una cifra stilistica alla trasformazione del territorio». Di fatto, aveva concluso Rutelli «hanno vinto i geometri che hanno accondisceso in modo incompetente, sbrigativo e dozzinale a ogni bisogno del committente. Con i risultati che vediamo». Un duro attacco che per una settimana ha scatenato critiche e attacchi da parte delle diverse categorie. «Il degrado? È colpa degli architetti e non dei geometri - ha dichiarato Ilario Tesio - presidente del collegio dei geometri - perché sono loro che hanno competenza per i piani regolatori».
D'altro canto l'urbanista Pier Luigi Cervellati in un'intervista rilasciata in questi giorni ha dichiarato che «urbanisti e architetti non hanno mai perso la battaglia culturale sul paesaggio, perché non l'hanno mai combattuta veramente. Noi architetti e urbanisti, siamo tutti responsabili non solo dello scempio del paesaggio agrario italiano ma anche di quanto avviene nei centri storici». Il dibattito aperto da Rutelli contro la crescita dei valori immobiliari, la fragilità della pianificazione e la scarsa qualità architettonica ha puntato i fari su una questione che chiama in causa tutti: progettisti, imprese, committenti, mezzi di comunicazione e potere incluso. Un tema caldo che evidenzia l'assenza di una regia, nazionale e regionale, di programmi pluriennali di governo del territorio e ancora il numero esiguo -nonostante la continua ma lenta crescita- dei concorsi finalizzati alla selezione di progetti di qualità, e di personalità competenti a cui affidare gli incarichi.
Sul tema dei concorsi si è espresso anche il presidente del Consiglio nazionale degli architetti Raffaele Sirica «per anni il legislatore si è disinteressato alla promozione architettonica. Ecco perché manca su larga scala il concorso di progettazione. Se in Italia in un anno si fanno appena una decina di concorsi, per lo più per progetti ambiziosi e riservati alle grandi firme, Spagna, Francia, Germania assieme arrivano a quota mille».
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SACRIFICIO DI UNA COLLINA DEL GALLO NERO.........L'UNITA' 05/12/2007
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lunedì 10 dicembre 2007
"Laika: ci opporremo fino in fondo" Metropoli 07/12/2007
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venerdì 7 dicembre 2007
Incontro al Passo dei Pecorai
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mercoledì 5 dicembre 2007
Greve Due - La Nazione 21/11/07
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lunedì 3 dicembre 2007
Lettera da Cristina
Sabato 01/12/07 ho preso il volantino che avete distribuito su Greve, città slow.
Io condivido pienamente quello che voi cercate di pubblicizzare, faccio presente che io lavoro nel settore del turismo.
Ho una rabbia quando penso, che proprio vicino a casa mia andranno nei prossimi mesi a smantellare mezza collina per farci delle case coloniche, (faccio presente che c'è una strada panoramica stupenda, dove ogni giorno ci sono persone che la percorrono in bici, a piedi, a passeggio con i cani ecc.)
Mi viene rabbia quando arrivo a Greve e vedo le costruzioni fatte lungo la strada (esempio all'inizio di Greve difronte alla zona "industriale") oppure quelle accanto alla Casa del Popolo incastonate all'interno di una collinetta.
Mi viene rabbia quando dobbiamo pagare le bollette per la pulizia del fiume, altro "carrozzone politico" da sostenere con i nostri soldi.
Hanno fatto la variante a Strada in Chianti, che per certi aspetti potrebbe anche essere utili, ma anche questa cosa fatta con i piedi, e cioè:
- assenza di illuminazione
- rotonda pericolosa in direzione del Ferrone
- curva pericolosa in direzione di Chiocchio
- forse qui sarebbe utile anche un autovelox e ovviamente non c'è perchè forse hanno preferito metterlo alla Presura.
Spero di aver dato un piccolo contributo in questo mi sfogo, buon lavoro, ciao.
CRISTINA
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Il Chianti nella relazione del Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana
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Il terreno dove verrà realizzata una struttura di 6100 mq detta Variante AP8
La Variante AP 8, insediamento per la lavorazione, trasformazione e commercializzazione di insaccati vuole palesemente trasformare una zona agricola di pregio paesaggistico, distante da altre aree produttive, in un’area di lavorazione a carattere prettamente industriale con gravi ripercussioni sulla viabilità, sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento acustico e luminoso, contraddicendo lo Statuto del Territorio della Regione Toscana, che prevede la costruzione di nuovi edifici solo in aree già adibite.
L’insediamento di una lunghezza di 160 mt x 34 mt di profondità, x 7 mt di altezza dovrebbe essere in grossa parte interrato, lasciando comunque a vista una facciata di 1120 mq di superficie, con un gravissimo impatto a livello paesaggistico. L’interramento di tale insediamento (perché interrare non significa solo non vedere, ma ha delle gravi e serie conseguenze sotto l'aspetto idrogeologico) comporta lo sbancamento di una collina (per una profondità di circa 34 mt) ritenuta ad elevata pericolosità idrogeologica dalla Provincia di Firenze e dalla Protezione Civile, come documentato sul sito http://www.provincia.fi.it/sit/cartogr.htm. Il progetto prevede un ulteriore edificio, sovrastante l'insediamento, di 600 mq con “torretta”, snaturante l’autenticità e l’integrità del paesaggio circostante con una “casetta” che risulta essere di dimensione doppia rispetto la metratura di una casa colonica tipica e che va sommata in altezza ai 7 mt dell'insediamento.
In merito alla localizzazione di tale complesso risulta evidente che una collocazione più consona e appropriata sempre all’interno del territorio comunale (perché nessuno caccia nessuno), ma in aree già adibite a lavorazioni artigianali e industriali, possibilmente attuando un recupero di strutture già esistenti, possa garantire all’azienda la medesima capacità di rappresentanza e occupazione. Non solo, un edificio non interrato significa anche tutela per la salute e il benessere dei propri dipendenti.
Ci chiediamo allora perché proprio in quel luogo? Purtroppo la risposta ci sembra palese la troviamo nel fatto che il diretto interessato è anche il proprietario del terreno.
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domenica 2 dicembre 2007
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sabato 1 dicembre 2007
Il sindaco di greve Marco Hagge al convegno di città slow. Ci vuole un coraggio.......
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COMUNICATO STAMPA
Grande successo del volantinaggio del Comitato di Uzzano
Oggi 1° dicembre il Comitato di Uzzano registra un grande successo: sono stati distribuiti più di 1.200 volantini davanti alla sede del Comune di Greve in Chianti, dove si svolgeva l'assemblea annuale delle "Città Slow", dal titolo: "Lento positivo: le Città slow come esempio virtuoso dell'economia della lentezza". I volantini hanno informato la cittadinanza sulle azioni recentemente intraprese dal Comune con l'approvazione delle varianti di Fazio, La Paurosa e Spineto e la variante "AP8". Tali varianti mettono in evidenza l’ennesima questione paesaggistico-ambientale che riguarda il Comune di Greve in Chianti.
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Cemento e varianti Il Comitato punta i piedi - La Nazione 30/11/2007
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venerdì 30 novembre 2007
Uzzano no al capannone- Metropoli 30/11/2007
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giovedì 29 novembre 2007
COMUNICATO STAMPA CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE
Nei giorni scorsi la stampa si è occupata nuovamente dello Scandalo di Greve in Chianti con la colata di cemento di 98.086 metri cubi nel “Piano di Fazio”, “Spineto” e la “Paurosa”.
Il Comune di Greve in Chianti informa che la variante è diventata esecutiva con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana avvenuta la settimana scorsa.
Voglio ricordare alcune cifre illuminanti:
Piano di Fazio:
- Residenze in linea 24.392 metri cubi
- Residenze in Villini 7.787 metri cubi
- Servizi e Direzionale 6.230 metri cubi
- Commerciale 1.440 metri cubi
“La Paurosa”:
- Laboratori artigiani 18.780 metri cubi
- Residenze in Villini 6.457 metri cubi
“Spineto”:
- Laboratori artigiani 33.000 metri cubi
________________________
Totale 98.086 metri cubi
Trattasi di una variante fatta “ad hoc” non per bonificare una vasta zona di Greve in Chianti ma per una precisa scelta del Sindaco e della Giunta del Comune di Greve in Chianti.
Io in Consiglio Comunale avevo proposto la realizzazione di un Parco Pubblico attrezzato da mettere a disposizione di tutta la popolazione residente e soprattutto dei bambini.
Altra proposta la realizzazione di un campus dove trasferire tutte le attività scolastiche di Greve in Chianti: La scuola Media, la Scuola elementare e la scuola per l’infanzia oltre al parco pubblico.
Perché ??????? E’ necessario costruire altri 120 appartamenti a Greve Capoluogo, dal momento che quelli recentemente costruiti sono invenduti ? ????????
Questa è la più grande, la più mostruosa variante realizzata nel dopoguerra, non solo a Greve in Chianti ma in tutti i Comuni del Chianti fiorentino e senese.
Con una stima prudenziale “l’operazione” urbanistica ha aumentato il valore dei terreni di ben 21.023.250 Euro, oltre 42 miliardi di vecchie lire.
Il costo medio delle costruzioni a Greve in Chianti si aggira sui 4.500 euro a mq. L’intervento è in zona di notevole pregio ed il prezzo di vendita non sarà certamente inferiore ai 5.000 Euro al mq.
Verranno costruiti ben 21.399 mq.
Un “affare” da 96.295.500 di euro. Un “affare” da 192 miliardi di vecchie lire.
PERCHE ??????????
Mi risulta che il Sindaco Marco Hagge ne abbia parlato in una riunione del Partito Democratico e che si sia scontrato violentemente con l’ex Sindaco Saturnini e in tanti ci sia molta freddezza nei confronti di questo provvedimento.
Mi risulta inoltre che il Sindaco avrebbe dovuto portare questo provvedimento in una assemblea popolare che avrebbe dovuto svolgersi il 6 Novembre scorso. Poi non ne ha fatto di nulla.
Chiedo l’intervento della Regione Toscana, dei partiti politici sensibili ad “una nuova qualità della vita”, di Italia Nostra, del WWF, di Legambiente, della Fondazione per la Tutela del Teritorio del Chianti Classico e di tutte le Associazioni ambientaliste e di quanti hanno a cuore il bellissimo paesaggio di Greve e del Chianti.
Sarebbe davvero assurdo che si arrivasse ad una silenziosa approvazione e alle relative costruzioni mentre la stragrande maggioranza della popolazione è assolutamente contraria.
Giuliano Sottani
Capogruppo Consiliare “Buongoverno & Sviluppo”
Comune di Greve in Chianti
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mercoledì 28 novembre 2007
Costituzione del Coordinamento dei Comitati toscani per la difesa del territorio
Preambolo
a) I Comitati non si pongono come avversari delle Istituzioni, né di quelle locali né di quelle centrali. Al tempo stesso chiedono che le Istituzioni si pongano nei loro confronti con lo stesso spirito. Questa seconda cosa, invece, è accaduta meno frequentemente della prima. E’ necessario riequilibrare il rapporto, rendendo al tempo stesso il confronto meno formale e più sostanziale.
b) I Comitati si affiancano alle grandi organizzazioni ambientaliste nazionali, non le rimpiazzano e non fanno loro concorrenza. E’ anzi prevedibile e programmabile una zona anche ampia di sovrapposizione. Ove le organizzazioni ambientaliste, o loro sezioni locali, o loro singoli componenti, decidano di far parte dei Comitati e dei loro Organi di coordinamento, la cosa va considerata non solo possibile, ma auspicabile.
Dieci punti
1) L’ambiente, il territorio, il paesaggio, i beni culturali rappresentano in Italia in questa fase una vera emergenza nazionale, forse la vera emergenza nazionale. E’ a rischio un patrimonio secolare, anzi millenario. Questo, oltre a fattori d’ordine antropologico e politico, riflette forse anche una mutazione nei caratteri strutturali dei capitali d’investimento in Italia: nell’aggressione all’ambiente si manifesterebbe anche una distorsione economica di grande peso, cui corrisponde la costruzione di un ormai consolidato blocco d’interessi, che ruota intorno all’edilizia e, più in generale, ai processi di distruzione dell’ambiente. Speculazione edilizia, problemi della salute e della vivibilità, salvaguardia dell’eredità culturale, s’intrecciano ormai in un nodo indistricabile, che va affrontato nel suo complesso ovunque, dall’alto e dal basso, dal centro e dalla periferia.
2) Perché l’emergenza, come l’esperienza dei Comitati dimostra, esplode proprio in Toscana, regione in passato più salvaguardata di altre? La Toscana è un bene prezioso, in cui gli investimenti tendono a moltiplicarsi proprio per il valore aggiunto che essa garantisce al capitale speculativo. Inoltre, la sua tradizione civile giustifica la vastità e la diffusione delle reazioni, di cui l’esistenza dei Comitati è la prova vivente. La violenza dell’attacco, testimoniata dalle decine e decine di casi documentabili, si spiega con la sommatoria di queste tre cause: a) Anche in Toscana, come in altre zone d’Italia, s’è formato quel blocco d’interessi (tra spinte reali e bisogni, politica e affari), di cui in precedenza s’è parlato; b) In molte amministrazioni locali si manifestano una sostanziale inadeguatezza rispetto alle problematiche sollevate da questa nuova situazione sociale ed economica, miopia e indifferenza nei confronti di un modello di sviluppo più sano ed equilibrato, sordità verso qualsiasi richiamo ragionevole ad imboccare una strada meno distruttiva; c) L’inadeguata presenza di una vasta e radicata cultura (politica) ambientalista, che coinvolga al tempo stesso amministratori e amministrati, politici e società civile. Sembra lecito dunque parlare di una “Toscana in bilico”:in bilico tra un glorioso passato e un avvilente futuro. “In bilico” significa anche che il disastro annunciato non si è ancora compiuto: esistono le condizioni e le forze per combatterlo.
3) Nel processo di definizione delle possibilità, dei compiti, degli obiettivi del Coordinamento, è necessario innanzi tutto procedere ad una chiara definizione e registrazione dei Comitati esistenti, che preluda ad una loro pubblicizzazione al di là del raggio talvolta breve entro cui molti di loro hanno finora operato. Questa operazione di autoriconoscimento è condizione necessaria per passare alle fasi successive e al tempo stesso di per sé un elemento di forza.
4) Il Coordinamento è un’organizzazione a rete, in cui ognuno dei comitati conserva la propria autonomia per quel che riguarda forme, pratiche e obbiettivi del proprio intervento. Il Coordinamento ha lo scopo di: a) dare maggiore forza a ciascuno dei singoli interventi; b) mettere in comune un patrimonio di esperienze e conoscenze; c) promuovere grandi iniziative comuni; d) aver maggior peso all’interno della società civile; e) essere interlocutori più credibili nei confronti delle Istituzioni locali e centrali. La struttura organizzaztiva, che il coordinamento si dà, serve a rendere possibile ognuno di questi obiettivi, ed eventualmente tutti essi insieme.
5) Il secondo obbiettivo, dopo quello dell’autoriconoscimento e della registrazione, consiste nel realizzare una mappa integrale degli scempi, dei disastri, degli ecomostri realizzati in Toscana. Questa mappa costituisce la condizione irrinunciabile di qualsiasi processo di denuncia efficace e al tempo stesso di qualsiasi ipotesi propositiva. Questo punto coincide dunque con la proposta, ventilata da più parti, di costituire un “Osservatorio toscano” permanente, in grado di realizzare un controllo senza smagliature sull’intero territorio.
6) A questa tappa logicamente segue (e da un certo momento in poi si affianca) una strategia di carattere preventivo: tenere sotto controllo il territorio prima che gli interventi siano realizzati, anzi, prima che siano decisi. Ciò richiede la capacità tecnico-disciplinare e soprattutto la capacità militante di filtrare anzitempo tutte le decisioni dei Consigli comunali, Provinciali e Regionale, e, più in generale, il dibattito urbanistico, territoriale e produttivo di ogni comparto della Toscana. E’ evidente che, in uno stadio più maturo, questo costituirebbe l’interfaccia strategica del previsto “Osservatorio toscano”: quella che interviene positivamente sui problemi della programmazione e della pianificazione.
7) Perché queste linee operative prendano corpo e si affermino, è necessaria una grande battaglia culturale, volta a conquistare la società civile a questo punto di vista e a questo orientamento. Strumenti, metodi e contenuti di questa battaglia andranno studiati con grande attenzione. Ma si può dire fin d’ora che la costituzione del Coordinamento ne costituisca la premessa, anzi il primo momento.
8) Nel giro di due-tre mesi è da prevedersi un intervento dimostrativo in tutte le su forme (documentario, mediatico e di massa militante) su di una delle situazioni di crisi, il più possibile contraddistinta dai caratteri della gravità e dell’emergenza.
9) Non appena conclusa la prima fase organizzativa il Coordinamento presenterà il proprio programma e una prima sommaria lista delle proprie iniziative alle Istituzioni Regionali, e al Ministero dei BB. CC., al Ministero dell’Ambiente, al Ministero delle Infrastrutture.
10) Il primo sbocco sistematico dell’insieme di ricostruzioni, analisi, progetti sarà un Convegno regionale sul territorio toscano, da tenersi o poco prima o poco dopo l’estate. Questo convegno di denuncia e progetto, che metta insieme, per intendersi schematicamente, i punti 5 e 6 di questa proposta, dovrà approdare alla definizione di una nuova carta geografica del territorio toscano, studiata e divisa non secondo le più tradizionali ripartizioni amministrative, ma secondo le più sostanziali problematiche ambientali e territoriali.
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martedì 27 novembre 2007
Mappa Della Pericolosità Idrogeologica variante AP8 da http://www.provincia.fi.it/sit/cartogr.htm
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http://www.provincia.fi.it/sit/cartogr.htm
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lunedì 26 novembre 2007
Lettera alle redazioni
Gentile Direttore,
ci rivolgiamo a Lei per segnalare l’ennesima questione paesaggistica ambientale che riguarda il Comune di Greve in Chianti. Già non bastavano le pesanti questioni relative al termovalorizzatore di Testi e alla variante del Pian di Fazio, per dubitare che ormai ci siano solo gli interessi di carattere puramente economico ad esercitare la mobilitazione dell’intera classe politica e gestionale del territorio.
Ad avvalorare questa triste tesi, bisogna annoverare l’improvvisa concessione a variante del piano strutturale extraurbano di Greve di un’area cosiddetta “particolare in territorio agricolo a bassa produttività”. Il disegno in atto per la variante denominata “A.P.8”, prevede la costruzione di un impianto di 5.500 mq, più l’estensione di altri 600 mq di uffici annessi, per la lavorazione e la conservazione dei salumi di un ramo di produzione di una nota macelleria locale.
Tale concessione, oltre a non contemplare a dovere alcun impatto ambientale, contrasta sotto vari punti di vista con la stessa natura dell’area in questione, sia per metratura che per i principi seguenti. Innanzitutto, non si capisce bene il motivo per il quale l’intero consiglio comunale abbia approvato all’unanimità un’opera di queste dimensioni, quando nella variante del Pian di Fazio, la zona di Spineto veniva individuata già come idonea al nuovo insediamento misto artigianale. Tra l’altro non è stato considerato che in alternativa nel territorio comunale esistono impianti e zone già adibite alla lavorazione artigianale e industriale. La stessa relazione urbanistica relativa alla variante “A.P.8”, non chiarisce in maniera dettagliata lo sviluppo preciso del nuovo insediamento. Il progetto, partendo dalla descrizione sopra fatta, si amplierà fino a diventare un vero e proprio punto di vendita commerciale, ma non è spiegato in nessun modo come potrà essere gestita la futura viabilità, che inevitabilmente subirà un incremento di flusso di mezzi pesanti, in una zona già nota come scenario di numerosi incidenti.
Pur presentando un grado di vulnerabilità alto per rischio alluvioni, data dalla vicinanza di un borro in congiunzione con il fiume Greve, la relazione geologica avalla inoltre la condizione di fattibilità per un parziale interramento della struttura, per mezzo di scavi di sbancamento in zona classificata provincialmente ad elevata pericolosità idrogeologica. Non è altresì comprensibile come a livello volumetrico, l’autorizzazione comunale permetta allo stesso richiedente della variante “A.P.8”, nonché già proprietario del terreno agricolo in questione, di edificare in maniera continua e progressiva, considerato anche la recente comparsa di grandi stalle e altri annessi agricoli nella medesima tenuta. Non è per caso che dietro questi ultimi insediamenti sorti dal niente nella valle sottostante il Castello di Uzzano, si celi uno spostamento successivo dei macelli? In tal caso, la relazione urbanistica purtroppo non offre alcuna indicazione valida, ma è altrettanto documentato che i progetti per il Pian di Fazio e la richiesta di altri esercenti, portino di fatto a una nuova ricollocazione degli stessi.
Qualora fosse davvero in atto un progetto del genere, forse l’amministrazione comunale si è dimenticata del tutto di considerare la realizzazione di una nuova rete fognaria di scarico adeguata, e di tracciare alla propria cittadinanza una valutazione generale di quelle che saranno le emissioni prodotte dalla nascita del nuovo impianto. Peccato che la realtà dei fatti strida parecchio con quanto deliberato e concesso ad hoc. Ai limiti del conflitto d’interesse e della decenza, giunta e opposizione hanno votato all’unanimità una delibera che ad oggi non è stata esposta nelle bacheche comunali come da regolamento. La risposta è che molti cittadini ad oggi ignorano del tutto l’esistenza di un’ulteriore variante al piano strutturale e urbanistico del loro paese. Inoltre, rispetto alla variante del Pian di Fazio, Spineto e La Paurosa, alla quale sono stati concessi 60 giorni per le osservazioni, alla variante “A.P.8” ne sono stati concessi soltanto 45!
Domanda: non risulta sospetta tanta segretezza e fretta, visto e considerato che la burocrazia nel Comune di Greve, che stenta ad attenersi alle leggi nazionali in materia di accesso agli atti, ostacola perfino la richiesta di un comune cittadino a recuperare un estratto catastale?
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domenica 25 novembre 2007
La strategia del Gallo
Sulla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale paesaggistico del Chianti.
Il consiglio comunale di Greve in Chianti è troppo preso dalla smania di costruire un centro abitato sempre più grande più ricco e produttivo da non vedere quale è la vera sfida che la contemporaneità ci pone nell’era della globalizzazione.
Ci sarebbe da chiedersi quale è il miglior modo di valorizzare un territorio così particolare e prezioso ma allo stesso modo molto fragile come è il chianti.
Forse l’amministrazione comunale a deciso che quello che serve a questo territorio è il turismo di massa, le targhe alterne, il trasporto massiccio di merci su gomma,
i prodotti discount i prodotti a basso costo provenienti dall’oriente e dai paesi dell’est?
O forse la cementificazione selvaggia, la speculazione edilizia che rende ancora più instabile un equilibrio idrogeologici già difficile?
Noi che abitiamo nella terra del Gallo Nero crediamo il marchio di qualità sia quello che può preservare e rendere sempre più competitivo il nostro territorio.
Un Marchio per la preservazione delle risorse paesaggistiche come fonte di ricchezza.
Un marchio della qualità dell’aria e dell’acqua per la salute dei suoi cittadini.
Un marchio di efficienza dei mezzi di trasporto pubblici che disincentivino l’uso dei mezzi privati.
Un marchio che garantisce la qualità dei prodotti autoctoni.
Un marchio per l’arte e la cultura che ci colleghi i maniera organica alle città storico artistiche adiacenti come Firenze e Siena.
Purtroppo le varianti al piano strutturale detta pian di Fazio, Spineto e la Paurosa e la fantomatica AP8 riguardante la zona adiacente a Montecalvi, San Piero, Castello di Uzzano, approvate recentemente dal consiglio comunale di Greve in Chianti sembrano in maniera anacronistica non tenere conto di tutto questo.
Nella smania di progresso cieco e a tutti i costi sembrano non essersi accorti di chi ne pagherà conseguenze che come sempre saranno i cittadini che in pochi anni si vedranno defraudati della loro principale fonte inestimabile di ricchezza che è la bellezza e la qualità del territorio.
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