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domenica 25 novembre 2007

La strategia del Gallo




Sulla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale paesaggistico del Chianti.

Il consiglio comunale di Greve in Chianti è troppo preso dalla smania di costruire un centro abitato sempre più grande più ricco e produttivo da non vedere quale è la vera sfida che la contemporaneità ci pone nell’era della globalizzazione.
Ci sarebbe da chiedersi quale è il miglior modo di valorizzare un territorio così particolare e prezioso ma allo stesso modo molto fragile come è il chianti.
Forse l’amministrazione comunale a deciso che quello che serve a questo territorio è il turismo di massa, le targhe alterne, il trasporto massiccio di merci su gomma,
i prodotti discount i prodotti a basso costo provenienti dall’oriente e dai paesi dell’est?
O forse la cementificazione selvaggia, la speculazione edilizia che rende ancora più instabile un equilibrio idrogeologici già difficile?
Noi che abitiamo nella terra del Gallo Nero crediamo il marchio di qualità sia quello che può preservare e rendere sempre più competitivo il nostro territorio.

Un Marchio per la preservazione delle risorse paesaggistiche come fonte di ricchezza.
Un marchio della qualità dell’aria e dell’acqua per la salute dei suoi cittadini.
Un marchio di efficienza dei mezzi di trasporto pubblici che disincentivino l’uso dei mezzi privati.
Un marchio che garantisce la qualità dei prodotti autoctoni.
Un marchio per l’arte e la cultura che ci colleghi i maniera organica alle città storico artistiche adiacenti come Firenze e Siena.

Purtroppo le varianti al piano strutturale detta pian di Fazio, Spineto e la Paurosa e la fantomatica AP8 riguardante la zona adiacente a Montecalvi, San Piero, Castello di Uzzano, approvate recentemente dal consiglio comunale di Greve in Chianti sembrano in maniera anacronistica non tenere conto di tutto questo.
Nella smania di progresso cieco e a tutti i costi sembrano non essersi accorti di chi ne pagherà conseguenze che come sempre saranno i cittadini che in pochi anni si vedranno defraudati della loro principale fonte inestimabile di ricchezza che è la bellezza e la qualità del territorio.

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